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Grecia: Tsipras capo di un governo rosso-nero (sinistra e destra insieme). I mercati finanziari reggono

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Il giuramento di Tsipras

ATENE – Il leader di Syriza, Alexis Tsipras, è il nuovo premier della Grecia: ha giurato davanti al presidente della Repubblica greca, Karolos Papoulias. Il giorno dopo il voto Tsipras ha stretto un accordo di governo con il leader del partito nazionalista dei greci indipendenti, Panos Kammenos. Una strana intesa tra due schieramenti politicamente agli antipodi, ma accomunati da un’analoga avversione all’austerità imposta dall’Ue.

Syriza era arrivato a due seggi dalla maggioranza assoluta, conquistandone 149, e quindi ha dovuto giocoforza cercare un alleato. E lo ha trovato nei Greci Indipendenti (in greco Anexartitoi Ellines, An.El.), il partito di destra dichiaratamente anti-austerità e anti-immigrazione guidato da Panos Kammenos. Le caratteristiche del partito sono un profondo conservatorismo (si batte per la diffusione dei valori della Chiesa greco-ortodossa), un altrettanto evidente nazionalismo (è contrario all’immigrazione, al multiculturalismo ed è favorevole alla messa al bando dei senzatetto che occupano case disabitate), il già ricordato euroscetticismo e un facile populismo di destra.

Una «strana coppia», quella Tsipras-Kammenos, che nasce dal comune rifiuto del rigore imposto da Bruxelles, ma preoccupa non pochi analisti che vedono fra Tsipras e Kammenos più punti di attrito che non d’intesa. E’ come se in Italia Vendola e Sel si alleassero con Salvini e la Lega, ipotesi irrealizzabile al momento, ma chissà, mai dire mai.

Comunque oggi alle 15 il nuovo primo ministro si è presentato, senza cravatta, per il giuramento di rito nelle mani del Presidente Papoulias. E adesso comincerà il confronto – scontro con le istituzioni europee, alla ricerca di un accordo che renda meno pesanti le condizioni del popolo greco.

Oltreoceano invece la vittoria di Tsipras non è stata accolta con molto favore. Anche se gran parte degli osservatori negli Stati Uniti non si attende contraccolpi eccessivi sui mercati, soprattutto al di fuori del Vecchio Continente. Per il Wall Street Journal “la coesione dell’Eurozona viene messa ora durissima prova”, e le prossime settimane saranno decisive per vedere se sarà possibile un accordo con “il nuovo governo della sinistra radicale in Grecia oppure se la Grecia lascerà l’area dell’euro, con conseguenze potenzialmente disastrose per l’intero blocco della moneta unica”. “La vittoria di Syriza è una tappa drammatica nel momento in cui la persistente crisi economica dell’Europa ha scatenato una reazione fatta di rabbia e populismo, dalla Francia alla Spagna all’Italia”, scrive invece il New York Times, sottolineando come in questi Paesi “sempre più elettori rigettano tutte quelle politiche che richiedono ancora sacrifici per adeguarsi alla disciplina dei mercati finanziari a discapito dell’occupazione e della crescita”.

Mi sembrano visioni apocalittiche, lontane dalla realtà europea e forse influenzate dall’avversione di una certa opinione pubblica Usa nei confronti di governi gestiti da partiti di estrema sinistra. Più prudenti infatti le reazioni dei leaders europei, che attendono Tsipras alla prova dei fatti.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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