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Impresa+innovazione+lavoro: lunedì 16 la premiazione. Bellandi: «La creatività è il seme della ripresa»

Il professor Marco Bellandi, Prorettore dell'Università
Il professor Marco Bellandi, Prorettore dell’Università di Firenze

FIRENZE – Conto alla rovescia per l’assegnazione del Premio Impresa + Innovazione + Lavoro, organizzato dal Consiglio Regionale della Toscana. Lunedì 16 febbraio, alle 10, nel Salone delle Feste di Palazzo Bastogi la cerimonia di consegna, davanti alla giuria presieduta dall’ingegner Fabrizio Landi. Saranno premiate 6 delle 59 imprese e associazioni no profit che hanno partecipato al bando, giunto alla seconda edizione, suddivise in 4 categorie: grandi imprese, piccole-medie imprese, start-up e terzo settore. La giuria sceglierà esperienze professionali di successo sul territorio, che abbiano raggiunto una crescita in qualità e quantità dei loro prodotti innovativi, nel periodo da gennaio 2012 al settembre 2014. Il supporto organizzativo al Premio Impresa + Innovazione + Lavoro è stato fornito anche questa volta dalla Fondazione per la ricerca e l’innovazione, compartecipata da Università di Firenze e Città Metropolitana fiorentina, e presieduta dal professor Marco Bellandi, Prorettore dell’Ateneo alTrasferimento tecnologico e rapporti con il sistema territoriale.

Professor Bellandi, quanto conta investire nell’innovazione e nella ricerca in tempi di recessione economica mondiale?

È fondamentale. I segni per la ripresa, in vista di tornare a crescere e prosperare, si mettono proprio nei momenti di crisi. È lì che occorre non abbattersi ma scommettere e guardare avanti. Questo è importantissimo per le imprese. Naturalmente si tratta di seminare la crescita sulla base di investimenti, e precisamente investimenti sull’innovazione e sulla capacità produttiva.

La crisi economica che l’Italia continua a vivere, però, è devastante e spesso le aziende non se la sentono di scommettere sull’innovazione e sulla comunicazione

Invece occorre farlo. Anche se è difficile ed è forte la tentazione della rinuncia. Di certo stiamo attraversando un periodo storico molto particolare: l’Italia è al sesto anno di crisi economica, ma non si tratta di una semplice crisi come ce ne sono state altre. Stiamo attraversando un’epoca di transizione verso nuovi rapporti economici ancora da definire. Si va in parte verso un mondo nuovo, verso l’ignoto. Da noi e dalle imprese però qualcosa dipende, per affrontare al meglio questa sfida senza precedenti: gli investimenti e l’innovazione.

Il Premio che sarà assegnato lunedì in Consiglio regionale rimarca la capacità delle aziende non solo di innovare prodotti e tecnologia ma di creare lavoro. Qual è la ricetta meno approssimativa possibile per creare nuovi posti di lavoro, di cui oggi c’è un drammatico bisogno?

Occorrono investimenti sul territorio, occorrono gli investimenti e la capacità di innovazione. Ma non basta. C’è un aspetto fondamentale ed è la formazione. Chi vuole lavorare e adattarsi al mondo che cambia in modo così rapido e a volte drammatico deve poter ricevere un aiuto alla formazione. E chi è già inserito in un’impresa e nel mondo del lavoro deve svolgere un aggiornamento continuo delle proprie capacità professionali.

Cosa può fare l’Università per sostenere le imprese nella ricerca dell’innovazione e della produzione di posti di lavoro?

Certamente è necessario ma non è sufficiente il livello classico di congiunzione fra mondo dell’Università e mondo del lavoro: il master formativo, ad esempio, che mette in contatto studenti e ricercatori con le aziende e viceversa. Se si vuole un salto di qualità occorre altro. E in questa direzione va proprio il Premio Impresa + Innovazione + Lavoro del Consiglio Regionale: è un segnale, un appello alla comunità perché ci si renda conto della necessità di sostenere le imprese nel loro cammino indispensabile verso la crescita.


Domenico Coviello

Giornalista

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