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di Firenze a Palazzo Medici Riccardi

Toscana, Province: riforma varata in Consiglio regionale. Ma i sindacati proclamano lo stato di agitazione

Firenze, Palazzo Medici Riccardi
Firenze, Palazzo Medici Riccardi: è la sede della Provincia, destinata a scomparire

FIRENZE – Agricoltura, caccia e pesca, orientamento e formazione professionale. Oltre alla gestione dei rifiuti, la difesa del suolo, le autorizzazioni e le valutazioni come la Via e Vas. Sono le funzioni delle Province che saranno trasferite alla Regione Toscana.

COMPETENZE – Lo prevede una legge, da tempo annunciata, e approvata oggi 25 febbraio a maggioranza dal Consiglio regionale toscano. Alla Regione andranno anche le funzioni relative all’Osservatorio sociale, e alle strade regionali, limitatamente alla progettazione e costruzione delle opere. Saranno trasferite invece ai Comuni le funzioni in materia di turismo, esclusa la formazione professionale degli addetti, sport, la tenuta degli albi regionali del terzo settore. Per rafforzare il ruolo della Città metropolitana di Firenze, quale ente di governo dell’area metropolitana e di coordinamento dei Comuni che la compongono, la Regione riformerà la legislazione e gli atti di programmazione.

IL PERSONALE – Sarà istituita la Conferenza Regione-Città metropolitana. Per il trasferimento del personale alla Regione saranno stipulati specifici accordi, preceduti da informative, tra Regione, Province e Città metropolitana, che interesseranno i dipendenti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato con rapporto di lavoro in corso. Saranno inoltre considerate altre tipologie di contratti di lavoro o rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, sempre in corso, relativi esclusivamente alla funzione trasferita.

I SINDACATI– Positivo con riserva il giudizio complessivo che sulla legge ha dato Debora Giomi, segretario della Fp-Cgil toscana: «È un passo importante nella difficile vertenza nazionale che coinvolge questi enti». «Approvata la legge inizia la fase più difficile, quella del trasferimento delle funzioni e del personale – spiega poi Marco Bucci, segretario generale Cisl Funzione Pubblica Toscana -. Su questo punto le Province ancora non hanno fornito dati chiari. Altro tema urgentissimo di cui la politica deve occuparsi è quello dei precari, lasciati in un limbo molto rischioso, perché da parte del Governo non c’è chiarezza sulla copertura economica, tanto che si rischia il blocco di servizi essenziali». Per Paolo Becattini della Uil Fpl Toscana, «la legge è un primo passo nella salvaguardia dei servizi e dell’occupazione. Occorrerà successivamente monitorare tutto il percorso di riordino, lo spacchettamento delle deleghe e i necessari finanziamenti per sostenerlo. L’assemblea nazionale di stamani è una risposta forte dei lavoratori al governo, al quale mandiamo un messaggio chiaro con lo stato di agitazione proclamato oggi: la nostra mobilitazione continua fino a che servizi e lavoratori tutti non saranno garantiti».

AGITAZIONE NAZIONALE -I sindacati del pubblico impiego hanno infatti indetto oggi lo stato di agitazione per il personale delle amministrazioni provinciali. Si tratta in tutta Italia di 56 mila dipendenti, di cui 20 mila, spiegano, a rischio esubero a causa degli attesi tagli. Sono previste la mobilitazione a oltranza sul territorio e poi una manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil entro la fine di marzo. La decisione è stata presa da Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl, insieme alle centinaia di quadri e dirigenti sindacali delle amministrazioni provinciali di tutta Italia che hanno partecipato a Firenze all’iniziativa nazionale di mobilitazione delle tre sigle. «Questa assemblea – spiegano i sindacati in una nota – rappresenta il trampolino di lancio della nostra protesta. Non ci fermeremo fin quando il Governo non garantirà risposte certe per i lavoratori e per i servizi alle comunità locali».

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