Economia: l’Ocse rivede al rialzo le stime del Pil e l’Inps certifica il calo della disoccupazione
Finalmente arrivano buone notizie dall’Ocse, che ha rivisto al rialzo, rispetto alle previsioni di novembre, le stime di crescita per Italia, Francia e Germania.
PIL – Per l’Italia si prevede un Pil in crescita dello 0,6% nel 2015, 0,4 punti percentuali in più della vecchia stima, e dell’1,3% nel 2016, (+0,3 punti). Per l’eurozona, l’Ocse stima invece un +1,4% quest’anno e un +2% nel 2016. Per la Germania, le previsioni sono riviste a +1,7% per il 2015 e +2,2% per il 2016, rispettivamente 0,6 e 0,4 punti in più rispetto all’outlook di novembre, e per la Francia a +1,1% e +1,7%, 0,3 e 0,2 punti in più. Il ritocco, precisa l’Ocse, è legato principalmente a «prezzi del petrolio più bassi» e al «quantitative easing intrapreso dalla Bce». Questi fattori, scrive l’organizzazione, «forniscono un’opportunità, di cui c’era molto bisogno, per l’eurozona di evitare un periodo prolungato di redditi reali stagnanti ed inflazione eccessivamente bassa».
INPS – Buone notizie per il Governo anche dai dati Inps. Nel mese di gennaio 2015 sono state presentate 131.982 domande di Aspi (indennità di disoccupazione), 41.790 domande di mini Aspi, 400 domande tra disoccupazione ordinaria e speciale edile e 10.768 domande di mobilità, per un totale di 184.941 domande, il -23,4% rispetto alle 241.356 domande presentate nel mese di gennaio 2014.
CIG – Nel mese di febbraio sono state autorizzate complessivamente 58,9 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, con una diminuzione del 36,4% rispetto a febbraio 2014 (quando le ore erano state 92,5 milioni). Rispetto al mese di gennaio, invece, i dati “destagionalizzati” evidenziano un aumento del 7,1%. In forte ribassogli interventi di cig in deroga, «che come noto – ricorda l’Inps – risentono dei fermi amministrativi per carenza di stanziamenti»: le ore autorizzate a febbraio 2015 sono state pari a 2,5 milioni, con un decremento dell’89% rispetto a 23,1 milioni di ore autorizzate nel mese di febbraio 2014. La “destagionalizzazione” dei dati mostra una variazione congiunturale pari al -28% rispetto al precedente mese di gennaio 2015.
Si tratta di dati incoraggianti che testimoniano un inizio di ripresa, non ancora dovuta peraltro alle misure approvate dal Governo, che forse avranno effetto più avanti, ma al calo dei prezzi del petrolio e al quantitative easing operato dalla BCE su decisione di Draghi.