Toscana, Piano del paesaggio: Consiglio regionale al voto fra le proteste dei cavatori in via Cavour
FIRENZE – «Ci si arriva un po’ lunghi» ha detto e ripetuto in questi giorni il presidente della Regione, Enrico Rossi. Effettivamente l’approvazione del Piano per il Paesaggio della Toscana, prevista per oggi 25 marzo in Consiglio regionale, è in dirittura d’arrivo. Ma a fine mandato della Giunta Rossi. E a due mesi appena dalle nuove elezioni, fissate il 31 maggio (alle quali, per il momento, il governatore uscente si ripresenta senza avversari).
I CAVATORI – Come se non bastasse stamani a Firenze, davanti a Palazzo Panciatichi, sede dell’Assemblea toscana, sono arrivati a protestare i cavatori del marmo di Carrara. Sono sul piede di guerra. «I consiglieri regionali – spiega una nota del Coordinamento imprese lapidee apuo-versiliese – non dispongono della versione finale del testo sul quale dovranno prima discutere e poi deliberare, tutto questo è inammissibile a poche ore da un voto che segnerà in maniera indelebile il futuro di uno dei settori trainanti dell’economia della Regione Toscana, uno dei pochi che non arretra, anzi cresce in una congiuntura estremamente difficile. I paesaggi di cava, i blocchi di marmo, i cavatori, sono tutti parte integrante della Toscana che abitiamo e che amiamo, e che non lasceremo morire per mera ideologia».
RISCRITTO A ROMA – È questo il dente che duole. E la lingua, gira e rigira, batte lì: sulla regolamentazione che il Piano fa dell’attività estrattiva del marmo più pregiato del mondo. Dopo tante polemiche il documento arriva al voto del Consiglio regionale a seguito delle modifiche apportate dal confronto tra il presidente Enrico Rossi e il ministero per i Beni e le attività culturali. Ieri Rossi ha illustrato i cambiamenti prima al gruppo consiliare del Pd e poi all’aula. E ai cronisti ha spiegato che «non possiamo farci bocciare il documento dal ministero un’altra volta, facendouna figuraccia planetaria» come già avvenuto nel 2010. «A Roma – ha detto il governatore – abbiamo migliorato il lavoro, rendendolo più leggibile e preciso. Il volto della Toscana è il suo paesaggio. Abbiamo il compito di assicurare lavoro e sviluppo, ma anche il dovere di mantenerlo e tutelarlo».
STOP SOPRA I 1200 METRI – Nel Piano del Paesaggio è stabilito che in montagna sopra i 1.200 metri di quota non ci siano nuove cave, ma solo ampliamenti di quelle esistenti, purché inserite in un piano di recupero di competenza regionale. Per le cave a cavallo dei 1.200 metri, invece, si possono continuare le attività di estrazione del marmo, sempre che il piano di recupero lo consenta. Si può continuare, inoltre, la coltivazione delle cave in galleria ed è consentita la prosecuzione per quelle cave che sono una realtà fondamentale per le comunità locali, per esempio Levigliani, Minucciano e poche altre.
SPIAGGE E ARENILI – Sul fronte del mare, per le coste il Piano in via di approvazione prevede la possibilità di edificare solo strutture mobili e temporanee, con il prolungamento della permanenza che originariamente era prevista solo per 90 giorni, in sintonia con l’obiettivo di prolungamento della stagione balneare. Rispetto agli edifici già esistenti sono ammesse ristrutturazioni e ampliamenti fino a un massimo del 10% della superficie.
BOSCHI E TERRENI – Il Piano consente poi di recuperare a funzioni agricole 200 mila ettari di bosco cresciuto in seguito all’abbandono. Dure le opposizioni in Consiglio. Andrea Agresti (Ncd), vicepresidente della commissione Ambiente in Consiglio regionale, ha chiesto di «essere informato al pari dei consiglieri del Pd». Per Giovanni Donzelli (capogruppo Fratelli d’Italia) il Piano del Paesaggio non è altro che un «accordo frutto di una trattativa istituzionale ufficiale tra Governo e Regione Toscana» che ha scavalcato il Consiglio. Nicola Nascosti (Forza Italia) ha ricordato come in commissione «si sia sempre tenuto un atteggiamento di collaborazione. La portata dell’emendamento, per quello che si conosce, pare cambiare il lavoro già svolto».