Pensioni, Boeri: da giugno nuovi tagli. Gutgeld (consigliere di Renzi), no hanno già dato
Arrivano importanti, e contrastanti, dichiarazioni in merito al capitolo pensioni. Due esponenti di massima fiducia di Renzi, a proposito delle pensioni più alte (non chiamiamole d’oro perché sono figlie di contributi elevatissimi, pagati per 40 anni, e non regali…), hanno rilasciato ai mass media, nel giro di 24 ore, due interviste di segno completamente opposto. Si tratta del presidente dell’INPS, il bocconiano Tito Boeri, e del nuovo commissario alla spending review, Yoram Gutgeld.
BOERI – Il numero uno dell’ente previdenziale, prendendo parte a una trasmissione tv dedicata al tema, ha annunciato una serie di novità in arrivo a partire da maggio mostrandosi molto amareggiato per la scarsa incisività mostrata dal governo Renzi in merito alla riforma e al rinvio delle modifiche alla Legge Fornero. Il bocconiano ha anche attaccato il ministro Poletti – che continua a promettere tavoli di confronti senza poi organizzarne neanche uno – e il neo presidente alla spending review Yoram Gutgeld, che ne ha delegittimato il programma di tagli alle pensioni alte, sottolineando come ‘politicamente si sia scelto di non farlo. Boeri invece vorrebbe partire proprio da un taglio alle pensioni più elevate, visto che, secondo lui, ‘ci sono persone che prendono pensioni molto alte non proporzionali ai contributi versati’: questa considerazione induce il professore della Bocconi a ritenere che ‘i titolari di questi trattamenti potrebbero aiutare a combattere la povertà’ attraverso piccole decurtazioni sui propri assegni, un disegno questo rigettato finora per via di una ‘precisa scelta politica’. Boeri è diventato un disco rotto che ripete in ogni occasione la stessa tiritera, pur non trovando sponda nel mondo politico.
GUTGELD – Il deputato del Pd e consigliere economico di Palazzo Chigi, Yoram Gutgeld, nel suo nuovo ruolo di commissario per la spending review, ha invece escluso tra i settori di intervento le pensioni. Infatti ha detto: “Abbiamo affrontato già questo discorso, la decisione politica è stata di non toccarle. Le pensioni alte – ha aggiunto Gutgeld – sono già in qualche modo tassate e quindi c’è già un intervento di equità. Andare più in giù- secondo l’economista – significherebbe entrare sui livelli di pensioni medie, tipo da 90.000 euro, e si è deciso politicamente di non farlo”. Gutgeld è un economista molto ascoltato da Renzi fin da quando quest’ultimo era Sindaco di Firenze e cominciò l’avventura della Leopolda.
L’augurio? Che l’indicazione di Gutgeld corrisponda alle reali intenzioni del Governo e che venga posta fine, una volta per tutte, a questa ridda di voci che non lasciano tranquilli i pensionati. Che a suo tempo hanno pagato contributi, quelli sì d’oro, e hanno quindi diritto a godere del trattamento che loro spetta, senza interventi peggiorativi a posteriori. Che, come ha stabilito la Corte Costituzionale, sarebbero contrari alla nostra Carta fondamentale.
Pietro
Si confonde l’assistenza con la previdenza .
Chi ha pensioni più alte é perché ha pagato contributi più alti.
Non mi sembra giusto bilanciare il sistema, prelevando da chi ha pagato esosi contributi in base a quello che percepiva quando era in attività per 40 anni e oltre, per dare a chi per vari motivi ha versato pochi contributi o addirittura nessun contributo.
Per sostenere chi ha fatto scelte previdenziali a trattamenti bassi si colpisce chi ha contribuito a lungo regolarmente.
L’ASSISTENZA, per garantire pensioni dignitose (a chi ha versato pochi contributi o nessun contributo) va assicurata con la FISCALITÁ GENERALE e con SERIE e SEVERE POLITICHE DI LOTTA ALLA CORRUZIONE e soprattutto all’EVASIONE FISCALE.
Colgo l’occasione, per dire a Renzi che se continua a far parlare Tito Boeri, il PD perderà moltissimi voti.
A tal proposito cito l’ultimissimo pensiero di Dini: ……Intervista da ‘Il Giornale’, Dini ha affermato che Renzi qualora ascoltasse Boeri perderà 10 milioni di voti, chiarendo – se ce ne fosse ancora bisogno, la propria opinione sulla proposta del numero uno dell’Inps.
PIPPO
Questo scienziato della Bocconi continua a confondere equità con Equitalia.
Ma naturalmente non pensa a separare la previdenza dall’assistenza, alimentata quest’ultima anche dai 41 anni di contributi al 33% della retribuzione lorda versati dal sottoscritto.