Toscana, mafia: alla Dia la banca dati regionale su appalti e cantieri
FIRENZE – «La Toscana non è una regione a rischio ma non è nemmeno un’isola felice: la criminalità organizzata si manifesta in modi ben determinati che attualmente consistono in una fase intensa di riciclaggio e reinvestimenti».
Così oggi 7 aprile il capo del centro operativo della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Firenze, Stefano Buselli, ha tracciato il quadro sulla presenza delle mafie in Toscana.
L’intervento del capo della Dia è arrivato a margine della sigla di un accordo con la Regione Toscana sul tema della legalità negli appalti pubblici. Buselli ha ricordato che tra l’anno scorso e i primi mesi del 2015 sono stati registrati quattro casi di infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici in particolare nei territori di Pisa, Grosseto e Massa.
Un campanello d’allarme. L’esponente della Dia ha comunque specificato che «nel 90% dei casi le verifiche permettono di ritenere che le situazioni sono assolutamente nel rispetto della legalità. Laddove emerge qualcosa di diverso, grazie all’emanazione dei relativi provvedimenti dei prefetti si può giungere a revocare i contratti, e quindi le ditte devono interrompere i lavori».
In base all’accordo siglato oggi a Firenze, presenti per la Regione il governatore Enrico Rossi e l’assessore alla Sanità, Luigi Marroni, saranno messi a disposizione della Dia le informazioni contenute nelle proprie banche dati Sitat (Sistema informativo telematico appalti Toscana) e Sispc (Sistema informativo sanitario della prevenzione collettiva).
«Questo protocollo ha un importante significato – ha detto Rossi -. I nostri sistemi consentono di avere una serie di informazioni utili, che noi mettiamo a disposizione della Dia, perché possono contribuire a fare più agevolmente e rapidamente le indagini».
La Toscana, ha aggiunto Rossi, «è un’area che fa gola alla mafia». «Le due banche dati della Regione, in aggiunta a quelle di cui già disponiamo, – ha rilevato Buselli – ci consentono di localizzare in tempo reale tutti i cantieri operativi a livello regionale, e di conoscere i nomi di tutte le società interessate». Questo, ha sottolineato ancora, «accelera e rende più efficace e snella la nostra azione e ci consentirà di prevenire eventuali tentativi di penetrazione malavitosa nell’economia toscana».