Skip to main content

No expo, Milano: scontri con la polizia durante il corteo di protesta. Molotov contro gli agenti e auto incendiate. Un arresto e numerosi fermi (Video)

Incidenti a Milano
Incidenti a Milano

MILANO – Il centro di Milano trasformato in un campo di battaglia: auto incendiate, molta devastazione. Ma, quasi per miracolo, sembra ci siano solo feriti leggeri. A questo sommario bilancio vanno aggiunti un arresto e numerosi fermi. Siamo lontani da quel che accadde al G8 di Genova. Però il colpo d’occhio nelle strade milanesi fa venire sussulti: i segni della battaglia sono visibili. In alcuni angoli sembra sia passato un ciclone. La cronaca?Alle 15, in piazza 24 maggio, ha preso il via il gran raduno degli antagonisti , il corteo ‘May Day’ quest’anno dedicato alle tematiche ‘no Expò. Striscioni e bandiere sono quelli tipici della galassia antagonista: bandiere rosse, no Tav, no Expo, anarchici e militanti de ‘L’altra Europa con Tsipras’. Ad aprire la manifestazione una delegazione di bande musicali provenienti da diverse zone d’Europa. I musicisti erano a Milano per esprimere il loro dissenso nei confronti dell’Expo e per celebrare il trentennale della ‘Banda degli ottoni’.

[tube]https://www.youtube.com/watch?v=cR4vaqY5TbM,625,350[/tube]

TAFFERUGLI – Mentre la testa del lungo corteo avanzava lungo il percorso stabilito, un gruppo di ragazzi vestiti di nero e incappucciati (i famigerati black bloc) hanno cominciato a sfasciare qualsiasi cosa sul percorso. Qualcuno indossa anche maschere antigas, qualcun altro preferisce quella di Anonymous. Hanno lanciato pietre, bottiglie e fumogeni contro le forze dell’ordine che presidiano il centro. Immediata la reazione della polizia che ha risposto con gli idranti. Un centinaio di black bloc ha lanciato pietre e bottiglie in corso Magenta contro gli agenti disposti in un cordone. Le forze dell’ordine hanno risposto con un lancio di lacrimogeni disperdendo il blocco che ha spaccato vetrine con mazze simili a quelle sequestrate nei giorni scorsi. Ci sono anche macchine in fiamme in corso Magenta a Milano, dove è entrato in azione un gruppo di black bloc che sta devastando l’incrocio creando delle barricate con fioriere e cassonetti dell’immondizia. Il corteo è stato così spezzato a metà, la prima parte ha proseguito verso zona Pagano, un’altra è rimasta bloccata in via Carducci. Il fumo dei lacrimogeni, lanciati copiosamente dalle forze dell’ordine ha invaso tutta la zona rendendo l’aria irrespirabile. La gente si è dispersa nelle vie laterali. Arrestato finora un manifestante, diversi fermi. A pochi metri da dove sono avvenuti questi fermi, in via Giotto, per terra sono ben visibili decine di giacche nere che sono state gettate a terra presumibilmente dagli autori dei disordini, che, quindi, si sarebbero dati alla fuga. I vigili del fuoco sono, intanto,impegnati a spegnere gli incendi di automobili parcheggiate nel centro della città.

Auto a fuoco a Milano
Auto a fuoco a Milano

REAZIONI POLITICHE- Il Segretario della Lega, Matteo Salvini, condannando gli incidente, ha chiesto le dimissioni del ministro dell’interno Angelino Alfano, Roberto Maroni, ex ministro, esprime la sua solidarietà alle Forze dell’ordine, mentre la Gelmini (FI) chiede tolleranza zero contro black bloc e violenti. Anche da parte di Beppe Grillo c’è pieno sostegno alle forze di polizia contro i vandali.

CORTEO – Il corteo si annunciava infatti ad alto rischio; l’ultimo report dell’intelligence parlava di “allarme elevato”; i pericoli maggiori possono arrivare dai casseur stranieri, ma anche dal mondo anarchico europeo più radicale – Germania, Grecia, Spagna, Francia e Svizzera le presenze più massicce – senza contare i volti incappucciati dei black bloc e le sigle delle diverse realtà antagoniste o gli esponenti dei ‘No Tav’. Tra musei, monumenti, consolati, banche, grandi aziende italiane ed estere, sedi di giornali e partiti, stazioni metro e palazzi istituzionali si contavano 490 obiettivi più a rischio, sparsi su una superficie che rende complicata il controllo. I numeri reali: sono almeno 15-20 mila i partecipanti; circa un migliaio i ‘pericolosi’. Arrivati nel nostro Paese una quindicina di giorni fa, beneficiando dell’appoggio logistico messo a disposizione dalla ‘rete anarchica’ in tutta Italia. A Milano si sono visti negli ultimi tre giorni, uniti ai padroni di casa, ai torinesi e agli anarchici di Firenze, Napoli, Roma, Trento. Contestatori di professione – ben lontani dai manifestanti ‘No Expo’ che contestano le politiche di austerity e la riforma del lavoro – erano intenzionati a replicare i disordini avvenuti durante il G8 a Genova, anche se i loro entusiasmi erano già stati affievoliti dalle numerose operazioni preventive della Digos di Milano.

CASSEURS – I casseur sono famosi per i raid isolati e sincronizzati, anche ‘lontani’ dal corteo principale: il “modello Francoforte” con l’assalto alla nuova sede della Bce – azioni isolate e sincronizzate in diversi contesti, anche prima della partenza della manifestazione. Nel loro mirino le istituzioni finanziarie: Consob e Borsa su tutte, poi le banche, le rappresentanze dell’ Unione Europea, i luoghi simbolo di Milano. Pantaloni e felpe nere, cappucci in testa, i black bloc si muovono dietro una sola bandiera: un drappo rosso con la scritta ‘Smash capitalism’. Si muovono in piccoli gruppi, colpiscono, vanno allo scontro diretto con le forze dell’ordine e rientrano nel corteo. Gruppi non ‘gestibili’ abituati a muoversi in autonomia, come gli anarchici più radicali che – al di la del primo maggio – potrebbero entrare in azione nei sei mesi dell’Esposizione quando l’attenzione sarà minore.

ORDINE – In campo sono stati schierati 3.796 tra soldati, carabinieri, finanzieri, poliziotti. Seicento soldati già dallo scorso 15 aprile vigilano sull’area Expo, gli altri coprono i 490 obiettivi. Non è stata decisa nessuna zona rossa, ma è stato stabilito – in extremis – per motivi di sicurezza di escludere dal percorso del corteo il centro storico (scelta contestata dai sindacati della Cub): da piazza XXIV Maggio, attraverso corso di Porta Ticinese, fino a via De Amicis quindi piazzale Cadorna e piazza Conciliazione fino alla zona di Pagano.

TRANSENNE – Per precauzione tutte le vie che intersecano il percorso del corteo e conducono verso le zone centrali erano state transennate dalle forze dell’ordine e, in quelle più larghe, erano state anche anche posizionate cancellate mobili. In attesa del passaggio del corteo alcuni bar e negozi che erano aperti hanno abbassato le serrande. Il gruppo No Tav e gli antagonisti che si trovavano al centro del corteo hanno iniziato a lasciare la propria firma sulle facciate dei palazzi e sulle vetrine delle banche incontrate sul percorso. E da qui sono cominciati gli incidenti.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741