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Expo 2015, violenze black bloc. Forze politiche in ordine sparso: oggi marcia del Pd:#nessuno tocchi Milano

Milano conta i danni
Milano conta i danni

MILANO – I cittadini di Milano hanno reagito alla devastazione dei black bloc senza tante parole, ma con fatti concreti, scendendo in strada, ripulendo muri e negozi, cercando di restituire alla città la sua veste migliore. Di tutt’altro tenore le reazioni – ma non c’era da dubitarne – dei partiti politici che avrebbero potuto organizzare una manifestazione civica comune contro la violenza. Ma le elezioni sono alle porte e dunque si è fatto a gara per dimostrare di essere i primi a difesa della democrazia.

COMUNE E PD – Il Pd milanese, insieme al Comune, ha organizzato la mobilitazione di oggi con l’hashtag #NessunoTocchiMilano: «È un’idea del PD Metropolitano Milanese senza alcun fine politico». «Una giornata di mobilitazione civica per mostrare che i milanesi sono più forti della violenza», ha twittato Umberto Ambrosoli. La pagina Facebook «Nessuno Tocchi Milano», creata venerdì sera, alle 11 del mattino aveva già superato i 7 mila «Mi piace», arrivando prima di sera i 9 mila. «Domenica 3 maggio scenderemo per le vie della nostra città per ripulire e riconsegnare ai cittadini milanesi i loro spazi. Diamoci una mano! Scenderemo in strada “armati” di spugne e detersivo, nessuna bandiera, solo tanta voglia di ripulire la nostra città, per restituirla ai milanesi e a chi visiterà Expo nei prossimi mesi», si leggeva in un post dei promotori. Poi le informazioni tecniche: «Venite vestiti comodi, con scarpe resistenti e guanti da lavoro. Se avete delle mascherine portate, potrebbero servire, è prevista qualche goccia di pioggia, quindi una mantella per l’acqua può essere utile».

MANIFESTAZIONE – In effetti nel pomeriggio alle 16, puntuale in piazza Cadorna è partita la manifestazione, con 15 mila persone; il corteo diretto alla Darsena ha percorso le strade di Milano, mentre gli addetti dell’Amsa ripulivano i muri dalle scritte dei black bloc. In testa al corteo, insieme al sindaco Giuliano Pisapia, anche il presidente Pdl del Consiglio regionale lombardo Raffaele Cattaneo (in veste istituzionale e non di partito) e il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto.

CONTESTAZIONI – Oltre agli applausi, sono giunte anche alcune contestazioni rivolte al sindaco.Il fatto è accaduto in via Carducci, all’altezza di largo d’Ancona, dove le prime automobili erano state date alle fiamme durante le devastazioni del 1 maggio. Alle voci provenienti dai balconi alcuni partecipanti al corteo hanno risposto con grida e insulti.

CENTRODESTRA – A sua volta il centrodestra milanese manifesterà il suo «dissenso e sdegno» per quanto avvenuto venerdì nelle vie di Milano con un presidio e una fiaccolata lungo le vie della città lunedì prossimo 4 maggio, alle 19. L’appuntamento per il presidio è in via Carducci angolo corso Magenta. «Milano non si piega» è il motto della manifestazione promossa da Forza Italia e FdI, cui sono invitate tutte le forze politiche e sociali e i cittadini. Alle 20 è prevista una fiaccolata a cui si unirà anche la Lega Nord. Insieme sfileranno per le vie danneggiate venerdì dai dimostranti, fino a Pagano. Per Giulio Gallera, coordinatore cittadino Forza Italia Milano, «dinnanzi all’assurdità della guerriglia urbana e delle scene di ordinaria follia a cui abbiamo dovuto assistere a Milano, cittadini, istituzioni e autorità preposte all’ordine pubblico devono chiedersi chi ha permesso che la nostra città si trasformasse in uno scenario di guerra. La risposta è chi per anni ha tollerato e strizzato l’occhiolino ad antagonisti e centri e sociali». «Ovvero – continua Gallera – gli stessi partiti che governano questa città e che per far dimenticare le loro gigantesche colpe e responsabilità hanno organizzato in tutta fretta una manifestazione per domenica pomeriggio».

Purtroppo anche in un caso come questo i nostri esponenti politici si fanno notare per la loro scarsa responsabilità e per l’inesistente senso delle istituzioni. Il centrodestra se la prende con Alfano e ne chiede le dimissioni, il centrosinistra risponde che a Roma nel 2001, con Maroni ministro, successe di peggio. Vorrei ricordare a tutti questi personaggi che proprio loro sarebbero chiamati per primi a schierarsi dalla parte della legalità e invece si tirano a vicenda frecciate per squallidi interessi di bottega.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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