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Immigrazione: nuovo piano dell’Unione Europea in tre punti. E lunedì 11 vertice all’Onu per fermare gli sbarchi

sbarchi di immigrati
sbarchi di immigrati

ROMA – Lunedì prossimo, 11 maggio, al Palazzo di Vetro dell’Onu, a New York, per la prima volta il problema immigrazione-sbarchi-morti nel Mediterraneo arriverà sul tavolo dell’Organizzazione internazionale con un rapporto che sarà presentato da Federica Mogherini, Alto rappresentante Ue. Intanto dall’Europa sembra arrivare un sostegno all’azione dell’Italia, mentre dalla Libia arriva un secco no alle proposte di controllo delle coste. Questa in sintesi la situazione attuale del problema dell’accoglienza e dell’assistenza dei profughi.

UE – Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, da Firenze, dov’è intervenuto alla Conferenza “The State of the Union”, ha sostienuto che il problema è “europeo” e che richiede una soluzione europea”. Che quindi deve vedere lo sforzo e la partecipazione di tutti nella fase dell’accoglienza. Tecnici e diplomatici europei sono al lavoro per mettere in piedi un piano con le possibili azioni di intervento, che potrebbero prevedere anche operazioni entro le acque interne libiche per l’arresto degli scafisti, il sequestro e la distruzione delle imbarcazioni sulla falsariga di quanto messo in atto con l’operazione Atalanta contro i pirati del Corno d’Africa.

PIANO . Comunque a Bruxelles si starebbe preparando un intervento drastico e rivoluzionario – rispetto alle prassi consuete – con tre capisaldi: imporre l’obbligo per tutti paesi di accogliere chi sbarca sulle coste italiane o degli altri paesi rivieraschi; partecipare a missioni nei porti libici per sequestrare e distruggere i barconi dei trafficanti di esseri umani; fornire aiuti ai paesi di origine e transito per sgominare le bande criminali che ruotano intorno alla Libia. Questo nuovo piano, predisposto dalla Commissione, dovrà essere però approvato dal Consiglio europeo (cioè dai Governi nazionali) e dal Parlamento, e in queste due fasi ci saranno notevoli opposizioni dei Paesi che hanno interesse a non smuovere le acque e a lasciare in prima linea Italia e Grecia, sottoposti alla fortissima pressione migratoria.

LIBIA – L’opzione di un intervento diretto in Libia inoltre è stata respinta con forza dalle Autorità: “Non ci hanno mai consultati, non accetteremo mai militari sul terreno”, avverte l’ambasciatore libico all’Onu Ibrahim Dabbashi. L’altolà di Tobruk, adesso, può costituire un grosso ostacolo al via libera dell’Onu alla guerra ai trafficanti. Vedremo dunque nelle prossime settimane quale potrà essere il seguito di questa svolta europea e sovranazionale, ma, considerati i precedenti, non siamo molto fiduciosi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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