Province, la Corte dei Conti denuncia: le spese aumentano, ma la questione del personale è sempre irrisolta
ROMA – Dopo la bocciatura dei bilanci delle province da parte della Corte dei Conti, e mentre spuntano spese addirittura in aumento rispetto agli anni precedenti nonostante l’imminente chiusura, la ministra Marianna Madia lancia l’ultimatum sulla questione del personale. Se le Regioni non provvederanno a trasferire i 20 mila lavoratori in esubero dopo il taglio delle competenze della riforma Delrio, lo farà direttamente lo Stato che ha già da parte le risorse. La ha detto la responsabile della Pubblica amministrazione, intervenendo ieri in commissione bicamerale per la semplificazione.
CORTE – Nella parte sui trasferimenti di competenze e personale, i giudici contabili hanno denunciato il ritardo delle Regioni nel completare i processi. A parte l’Emilia Romagna che dalla relazione risulta non aver approvato ancora il disegno di legge regionale in giunta, in tutte le altre Regioni il ddlr sui trasferimenti e riordino, è passato in giunta. Soltanto in cinque regioni (Toscana, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Liguria e Marche) però è già diventato legge regionale e inizia ad avere i suoi effetti sul riordino mentre per le restanti, deve ancora passare dai Consigli, alcuni dei quali in corso di rinnovo il 31 maggio.
DIPENDENTI – Quindi, strada in salita e destino incerto per i dipendenti, che tra l’altro, stando alla relazione della corte, sono tra i meno pagati degli enti territoriali, con una media di 28.156, appena duecento euro sopra quelli comunali che hanno un costo medio di 27.922 euro l’anno, ma molto sotto quelli regionali con 34,870 euro. Discorso diverso invece per i dirigenti delle Province, più pagati di tutti con un costo di 97.444 euro contro gli 89.748 euro di quelli regionali e 85.075 euro di quelli comunali. Tra le pieghe delle 144 pagine della relazione poi vengono fuori altre situazioni discutibili.
TAGLI – A fronte del taglio di un miliardo di euro imposto dall’ultima legge di stabilità e con meno risorse finanziarie provenienti dall`imposta provinciale di trascrizione e da quella sull`Rca, calate nel primo semestre 2014 di 400 milioni rispetto allo stesso periodo del 2013, alcune spese hanno continuato a crescere anche in misura spropositata. Addirittura più che raddoppiata quella per l`acquisto di servizi per consultazioni elettorali, incrementata del 101,85%, seguita da quella per materiale divulgativo parchi, gadget e prodotti tipici locali con un +65%. In forte crescita le spese scolastiche (+31%) e quelle per le mense scolastiche (+47%) a fronte di una popolazione della scuola pressoché stabile e senza nessun cambiamento sostanziale nei servizi erogati.
INTERINALI – Infine, nonostante i 20 mila esuberi di cui tanto si parla, è cresciuta del 24% la spesa per il lavoro interinale. La Corte dei Conti soltanto due giorni fa aveva, appunto, segnalato nella sua relazione, oltre al deterioramento finanziario, anche la lentezza del trasferimento delle competenze e del personale. E proprio per questo i sindacati protestano e minacciano agitazioni, pretendendo dalla Regioni in primis, dai comuni e dallo Stato il rispetto delle procedure e dei tempi stabiliti dalla legge.