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Arezzo, scomparsa di Guerrina Piscaglia: padre Graziano resta in carcere

Padre Gratien, "Graziano", Alabi (foto dal sito Badiatedaldablog.blogspot.com)
Padre Gratien, “Graziano”, Alabi (foto dal sito Badiatedaldablog.blogspot.com)

AREZZO – È stato respinto dal Tribunale del riesame il ricorso per la scarcerazione di padre Gratien «Graziano» Alabi, il religioso congolese in carcere ad Arezzo per omicidio volontario e soppressione di cadavere nell’ambito delle indagini sulla sparizione un anno da fa da Ca’ Raffaello nell’aretino della 50enne Guerrina Piscaglia.

Il frate aveva chiesto attraverso il suo avvocato Luca Fanfani di essere liberato o in subordine di poter accedere agli arresti domiciliari. Davanti ai giudici del riesame si erano confrontate le due posizioni. Da una parte quella del pm Marco Dioni che considera orari e ultime telefonate ricevute e fatte da Guerrina come gravi indizi di colpevolezza a carico di padre Gratien. Dall’altra quella dell’avvocato Luca Fanfani che aveva provato ad aprire uno scenario diverso introducendo la figura di un pizzaiolo etiope con il quale Guerrina Piscaglia si era scambiata a lungo chiamate e messaggi.

Il prossimo passaggio nell’inchiesta è quello dell’incidente probatorio per la giovane prostituta romena Cristina che avrebbe raccolto pesanti frasi da padre Gratien. È in programma mercoledì 27 maggio presso il Tribunale di Arezzo davanti al gip Piergiorgio Ponticelli.

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