Governo Letta, impazza il toto-ministri
FIRENZE – Giorgio Napolitano avrebbe lasciato margine ampio di manovra a Enrico Letta sui ministri e sulla struttura dell’esecutivo. L’obiettivo è sciogliere la riserva sabato e giurare domenica mattina, per arrivare a lunedì, apertura della settimana politica e finanziaria, con il primo passaggio per la fiducia alla Camera.
Impazza il toto-ministri. Fronte Pdl. Le ultime voci vedono Angelino Alfano nell’esecutivo, ancora in dubbio se ricoprire la casella di vicepremier o quella di un ministero pesante. Maurizio Lupi è considerato in lista, come pure Annamaria Bernini e Mara Carfagna. Mentre restano problemi per Mariastella Gelmini all’Istruzione. In bilico Renato Brunetta.
Caduto il veto su Annamaria Cancellieri, che potrebbe rimanere ministro dell’Interno, resta il nodo Giustizia sulla cui casella Berlusconi vuole l’ultima parola e dal Pdl si continua a fare il nome di Fernanda Contri.
Fronte Pd. Oltre ai nomi consolidati di Graziano Delrio e di Sergio Chiamparino, potrebbe entrare anche Stefano Fassina. Massimo D’Alema, sempre più in pole per il ministero degli Esteri, Giuliano Amato è spendibile per un ministero economico. Per Scelta civica si fanno i nomi di Ilaria Borletti alla Cultura e Carlo Calenda, oltre ovviamente a Mario Mauro.
Resta aperto il nodo del nome di Mario Monti, non gradito al Pdl e alle prese con le divisioni in Scelta civica, tanto che qualcuno ipotizza per lui la presidenza di una commissione di peso.
C’è poi il nodo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Letta deve poter contare su una persona di fiducia e dunque dovrebbe essere di area centrosinistra, si fa anche il nome di Patroni Griffi, ma al Pdl non dispiacerebbe se restasse Catricalà.