Egitto, Isis entra nel Sinai: oltre 100 morti nei combattimenti
EGITTO – La bandiera nera dello Stato Islamico sventola su un edificio che ospita la sede della polizia a Sheikh Zuweid, nel Nord Sinai, dopo ore di cruenti scontri con le forze di sicurezza egiziane. Secondo fonti locali stamani almeno 70 miliziani di «Bayt al-Maqqdis», il gruppo jihadista del Sinai aderente al Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi, hanno attaccato la stazione di polizia di Sheikh Zuweid con razzi e lanciagranate, depositando mine sulle strade adiacenti per impedire l’arrivo dei soccorsi governativi.
Nelle stesse ore altri gruppi di jihadisti hanno attaccato ad El Arish e Rafah altri postazioni dell’esercito egiziano, facendo ricorso ad azioni suicide. Secondo il sito del quotidiano Al-Ahram, i jihadisti hanno sparato colpi di mortaio contro cinque check-point nella città di Sheikh Zuweid (a ovest di Rafah) e i militari hanno reagito aprendo il fuoco.
STATO ISLAMICO– «Abbiamo colpito 15 obiettivi nemici» afferma lo Stato Islamico, vantandosi anche di aver messo a segno tre «operazioni martirio» ovvero attacchi kamikaze. Il bilancio di sangue è pesante: le vittime fra i militari egiziani sarebbero «dozzine». «L’Egitto è in stato di guerra», afferma il premier Ibrahim Mahlab annunciando nuove misure anti-terrorismo.
BILANCIO – L’ultimo bilancio ufficiale è stato diffuso in serata dalle forze armate egiziane attraverso la tv di Stato: «Almeno 100 terroristi uccisi e 17 morti tra i militari, di cui quattro ufficiali». Il comunicato dell’esercito poi prosegue con una promessa: «Non ci fermeremo mai fino a quando non avremo purificato il Sinai dai terroristi».