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Caso Forteto: il Pd dice sì alla nuova commissione d’inchiesta. Ora chiariamo tutto

Gli abusi al Forteto è iniziato il processo. Nel riquadro il fondatore Rodolfo Fiesoli
Gli abusi al Forteto è iniziato il processo. Nel riquadro il fondatore Rodolfo Fiesoli, condannato a 17 anni

E alla fine il Pd firmò, dicendo sì alla nuova commissione regionale per far luce su eventuali intrecci politici che potrebbero esserci dietro una vicenda incredibile. Il Pd ha detto sì dopo molti tentennamenti: ma capisco quanto sia delicata e scivolosa, per loro, la questione Forteto che, andando contro a tutte le convenzioni e prassi consolidate, e pure al buon senso, lo stesso Pd metta le mani avanti e rivendichi la presidenza per un proprio esponente (Paolo Bambagioni, ndr)

Mi pareva di ricordare che anche di recente da più parti, ed anche dal Pd, si era riconosciuto che la prima commissione sul Forteto, pur presieduta da un esponente di opposizione, avesse fatto un lavoro importante e non strumentale. Certi comportamenti tradiscono un certo imbarazzo. Sul Forteto, come si sa, c’è già una sentenza della magistratura: il Fiesoli è stato condannato a 17 anni. La commissione regionale che ho presieduto aveva fatto sicuramente un buon lavoro. Ora però bisogna andare avanti e vedere che cosa ci può essere fra le pieghe di una situazione intricatissima. Anche politicamente.

E allora vabbè: intanto è importante che una commissione che dovrà accertare verità potenzialmente molto scomode nasca con la firma di tutti i consiglieri regionali. Ne sono felice e orgoglioso. Poi starà alla commissione darsi un presidente, un vice ed un segretario. L’importante è che la storia del Forteto la si racconti fino in fondo e si dia risposta ai troppi perché ancora irrisolti. Uno per tutti: perché chi aveva responsabilità politiche e istituzionali ha permesso tutto ciò?


Stefano Mugnai

Vice presidente vicario gruppo Coraggio Italia alla Camera

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