Monticchiello: per la 49° edizione del Teatro povero va in scena «Il Paese che manca»
FIRENZE – Il Teatro povero di Monticchiello è arrivato ormai all’edizione n° 49. Quest’anno la pièce che, dopo mesi e mesi di accurata preparazione, l’intera comunità dei residenti metterà in scena nella piazza della pittoresca frazione della Val d’Orcia si intitola «Il Paese che manca». Ogni anni sono una cinquantina gli attori in scena, spesso multiruolo, per una esperienza va ormai ben oltre il teatro: «La cooperativa è ormai una vera e propria società di mutuo soccorso, in un paese di 150 anime senza servizi. Il nostro è l’unico punto di riferimento aperto ogni giorno, che offre dalle informazioni ai visitatori alle medicine a domicilio per i tanti anziani. E costruisce la realtà teatrale a partire dal quotidiano vissuto giorno dopo giorno», spiega Gianpiero Giglioni, membro portavoce della compagnia.
Ogni spettacolo del Teatro Povero di Monticchiello è ideato, discusso e recitato dagli abitanti attori, sotto la guida e per la regia di Andrea Cresti.
Lo spettacolo del 2015, «Il Paese che manca», prende spunto da una riflessione sull’andarsene: un tempo avveniva anche qui per fuggire da condizioni difficili, dalla povertà, da una storia di emarginazione sociale e culturale, in cerca di un riscatto. Oggi accade ancora perché il paese (ma anche il Paese) non sembra offrire più chances, il tessuto sociale si sta sgretolando e le sue macerie lasciano soltanto confusi incubi di dismissioni, disconnessioni, impotenza civile, che inquietano e disorientano. Così, in un paesino di provincia, una comunità si ritrova incerta di fronte a una festa: quella dell’ultimo ventenne rimasto. Compleanno ma forse anche festa d’addio, per un’ennesima partenza cui non si danno alternative. I vecchi, le generazioni precedenti, non hanno questa possibilità: troppo difficile per loro andarsene. Dovranno assistere così allo smantellamento degli ultimi baluardi sociali, di quei connettivi che ancora testimonierebbero la presenza di una società: l’ufficio postale, la scuola, i servizi … Ma cosa significa davvero partire? È una condanna o una possibilità? Una resa o una reazione? Oppure soltanto un gioco del destino? Perché poi, mentre molti partono, tanti altri arrivano: migrazioni da una parte all’altra, mari da attraversare, confini incisi sulla carta e poi sulla pelle. A volte se ne esce feriti, si è costretti alla resa; a volte si trova, nonostante tutto, una nuova energia che permetterà poi di tornare, lottare, ricostruire, affrontando i propri incubi. Intanto, su tutti regna il ghigno di un misterioso giocattolaio, un po’ matto un po’ santo, in cui ciascuno vede ciò che vuol vedere: paure e inquietudini, attese o speranze.
Monticchiello
Dal 25 luglio al 15 agosto
«Il Paese che manca», 49° autodramma del Teatro Povero di Monticchiello
Informazioni e prenotazioni: www.teatropovero.it