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Tasse, cartelle Equitalia: gli italiani pagheranno gli interessi sugli interessi

Equitalia, società di riscossione
Equitalia, società di riscossione

ROMA – Torna l’anatocismo (interessi sugli interessi) per le cartelle esattoriali, dopo che una legge del 2011 lo aveva cancellato: le Camere, infatti, stanno per approvare una norma che prevede l’applicazione degli interessi di mora non solo sulle tasse non pagate e confluite nelle cartelle di Equitalia, ma anche sulle sanzioni pecuniarie, sugli stessi interessi da ritardata iscrizione a ruolo e da dilazione in caso di rateazione. Insomma, l’incubo di ogni contribuente si sta per realizzare: pagare gli “interessi sugli interessi”.

EQUITALIA – Questa volta, però, non è un modo di dire, ma una triste realtà, peraltro anche in controtendenza rispetto a quello che lo stesso Governo ha già fatto, da un lato, con le banche (eliminando definitivamente l’anatocismo a partire dal 1° gennaio 2014, perché ritenuta una pratica contraria agli interessi del consumatore) e, dall’altro lato, con la stessa Equitalia, riducendo l’aggio dall’8% al 6%. Ma, come ben si sa, quello che esce dalla porta riesce sempre a rientrare dalla finestra, soprattutto con questo Governo che da un lato toglie dall’altro aumenta ancor più le tasse.

AGGIO – La riduzione dell’aggio non porterà alcun beneficio poiché, a fronte del minor importo destinato a Equitalia, aumenterà quello invece diretto all’erario. Come noto, se il contribuente non paga la cartella esattoriale entro 60 giorni dalla notifica, scattano anche gli interessi di mora sulle somme iscritte a ruolo; ma attualmente tali interessi si applicano solo alla tassa non pagata e non anche alle sanzioni pecuniarie e agli interessi. Invece, il nuovo testo di legge vorrebbe estendere l’applicazione degli interessi moratori (attualmente al 4,88%) anche a tali ultime due voci:
– sulle sanzioni
– sugli altri interessi da ritardata iscrizione a ruolo
– ed eventualmente su quelli da dilazione, in caso di rateazione.

INTERESSI – Tali interessi scatterebbero per ogni giorno di ritardo, da quando è stata ricevuta la cartella. Così facendo, il conto finale sarebbe di gran lunga più salato. Si tenga conto infatti che gli interessi decorrono dal giorno della notifica della cartella e fino alla data del pagamento effettivo.Facendo un esempio concreto: se il contribuente riceve una cartella di pagamento in cui le imposte, sanzioni e interessi iscritti a ruolo ammontano a 10mila euro e il pagamento avviene dopo 100 giorni dalla notifica, gli interessi di mora saranno pari a 133,70 euro. Una scoppola non da poco, che contribuirà ad aumentare la pressione fiscale complessiva.

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