Giurano i ministri mentre si spara davanti a Palazzo Chigi
ROMA – ULTIM’ORA –Sparatoria davanti a Palazzo Chigi stamani a Roma. Un italiano di 49 anni, ha sparato sei colpi di pistola contro due carabinieri di scorta alla sede del governo. Sono gravi ma fuori pericolo. L’aggressore è stato arrestato. Si tratterebbe di uno squilibrato che avrebbe agito da solo e non di un atto di terrorismo. Tutto è successo mentre i ministri del nuovo governo Letta stavano giurando al Quirinale davanti al capo dello Stato.
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Ha giurato il governo targato Enrico Letta, pisano, e voluto dal presidente della Repubblica. E’ sostenuto da Pd, Pdl e Scelta civica. Fuori i vecchi big (Berlusconi, D’Alema, Monti), con qualche tecnico, qualcuno dei saggi di Napolitano e qualche politico esperto. E’ il primo esecutivo dal 1947 che mette insieme politici di destra e sinistra. “Sono soddisfatto” ha detto Letta, “Era l’unico governo possibile” ha commentato il Capo dello Stato. Domani, lunedì 29 aprile, il voto di fiducia alle Camere. Curiosità: molti sono arrivati a piedi al Quirinale per il giuramento. Applausi per Emma Bonino. Un esecutivo di giovani e donne.
FILIPPO PATRONI GRIFFI (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio)
Napoletano, classe 1955, è presidente di Sezione del Consiglio di Stato. Era ministro della Funzione pubblica nel governo Monti. Ora diventa sottosegretario, ma in un ruolo chiave. Uomo delle istituzioni, nel suo cursus honorum, ha ricoperto a lungo il ruolo di capo dell’Ufficio legislativo del ministero della Funzione pubblica con i ministri Cassese, Motzo, Bassanini e Frattini. Ha fatto parte dei governi Prodi e Berlusconi.
ANGELINO ALFANO (Ministro dell’interno)
43 anni, di Agrigento. Vicepremier e ministro dell’Interno. Nasce dc, emerge nella Forza Italia siciliana e succede a Miccichè come coordinatore. Delfino di Berlusconi. Alla vigilia della rielezione di Napolitano era indicato come vice di un possibile governo Amato. Con Letta premier è, la sua, l’unica posizione rimasta intoccata.
EMMA BONINO (Ministro degli Esteri)
Nata a Bra nel ‘48, laureata alla Bocconi, radicale. Un vastissimo movimento d’opinione l’avrebbe voluta presidente della Repubblica. Sarà invece ministro degli Esteri. Emma Bonino è uno degli esponenti politici italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo. Commissario europeo dal ‘95 al ‘99, ministro delle Politiche europee dal 2006 al 2008, vicepresidente del Senato fino al 2013. Ha attraversato il pianeta in decine e decine di missioni, parla sette lingue fra cui l’arabo. Candidata in politica sia nel centrodestra sia nel centrosinistra.
MARIO MAURO (Ministro della Difesa)
Uno dei saggi nominati da Napolitano. Nasce alla politica con Comunione e liberazione, poi Pdl, infine Scelta civica. E’ di San Giovanni Rotondo, 1961. Laureato in filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel 2009 viene eletto per il Pdl. Fa attività all’Ocse contro il razzismo la xenofobia la discriminazione religiosa. Nel 2013 passa con Monti in Scelta civica, capogruppo al Senato.
ANNA MARIA CANCELLIERI (Ministro della Giustizia)
Romana, classe ‘43, due figli. Prefetto. Donna delle istituzioni apprezzata anche per non aver mai ceduto alle lusinghe di una candidatura in politica. Da ministro dell’Interno nel governo Monti ha condotto una silenziosa e ferma battaglia contro le mafie: Roberto Saviano ne ha chiesto pubblicamente la riconferma. E’ stata candidata di bandiera della lista Monti per il Quirinale. Succede a Paola Severino alla Giustizia.
FABRIZIO SACCOMANNI (Ministro Finanze e Tesoro)
Romano, classe ‘42, economista. In Banca d’Italia dal ‘67, è stato tra i favoriti per la successione a Draghi. Oggi direttore generale. Si è laureato alla Bocconi e perfezionato a Princeton. E’ stato cinque anni, dal ‘70, al Fondo monetario internazionale, poi di nuovo in Bankitalia al Servizio Studi, infine alla direzione generale.
FLAVIO ZANONATO (Ministro dello Sviluppo Economico)
Padova, 1950. Flavio Zanonato durante le lotte studentesche si iscrive al Pci. Diventa consigliere comunale e segretario provinciale. A Botteghe Oscure lo nominano direttore del settore immigrazione ed emigrazione. Vent’anni fa diventa per la prima volta sindaco di Padova. Secondo mandato due anni dopo. La sua battaglia per la legalità, anche a prezzo di assumere posizioni controcorrente sugli immigrati, ne fa un simbolo della sinistra di governo. Per frenare lo spaccio arriva a costruire un muro antispacciatori.
ENRICO GIOVANNINI (Ministro del Lavoro)
Un altro dei saggi di Napolitano. Romano, 56 anni, presidente dell’Istat. Laureato alla Sapienza insegna a Tor Vergata ed è membro del “club of Rome”. Succede ad Elsa Fornero.
MAURIZIO LUPI (Ministro Infrastrutture e Trasporti)
Milanese, nato nel 59, tre figli. Laureato in scienze politiche alla Cattolica del sacro cuore. Esponente di Comunione e liberazione, esordisce alla politica nella Dc. Entra alla Camera nel 2001 con Forza Italia. È stato vicepresidente della Camera.
MASSIMO BRAY (Ministro dei Beni Culturali)
Il nuovo ministro della Cultura è direttore della rivista dalemiana “Italianieuropei”, pubblicazione della Fondazione, lavora alla Treccani, è pugliese di Lecce. 54 anni, Laureato in lettere e filosofia a Firenze, è un neoeletto del Pd.
MARIA CHIARA CARROZZA (Ministro dell’Istruzione)
47 anni, due figli ventenni, pisana. Maria Chiara Carrozza, bioingegnere industriale esperta in biorobotica, arriva alla politica da Rettore della scuola superiore Sant’Anna di Pisa. È stata il più giovane rettore italiano, ha un curriculum accademico e un palmares di premi impressionante. Ha insegnato nel mondo, ha lavorato al Cern di Ginevra, all’agenzia spaziale europea, ha vissuto in Giappone. Fa parte della corrente bersaniana del Pd.
BEATRICE LORENZIN (Ministro della Salute)
Roma, 1971. Esordisce al consiglio municipale di Ostia, poi in Campidoglio. Coordinatore nazionale di Forza Italia-Giovani per la Libertà. Eletta alla Camera nel 2008 nella lista Pdl. Indicata come candidata ideale per un posto da ministro in un governo di larghe intese: agguerrita in tv, risposta sempre pronta, la nuova generazione del berlusconismo. È vice-responsabile delle donne Pdl.
ANDREA ORLANDO (Ministro dell’Ambiente)
44 anni, di La Spezia. Era giovanissimo nella Fgci, c’era ancora il Pci. Traiettoria classica di partito. Lo chiama a Roma Fassino durante la sua segreteria. “Giovane turco” con Orfini e Fassina, i quarantenni della sinistra bersaniana hanno stretto di recente un patto generazionale con Renzi.
NUNZIA DE GIROLAMO (Ministro delle Politiche agricole)
1975, dopo la laurea Nunzia De Girolamo ha intrapreso la carriera forense occupandosi di diritto civile, diritto del lavoro e diritto commerciale e bancario. L’impegno in politica dal 2007, a Benevento, con Forza Italia. Nel 2008 viene eletta deputato alla Camera dei Deputati nella lista del Popolo della Libertà.
ENZO MOAVERO MILANESI (Ministro Affari Europei)
Uno dei saggi di Napolitano. Uomo dallo sguardo e dal carattere di ghiaccio, discendente di Ferdinando Bocconi, fondatore dell’università milanese. E’ di Cavenago d’Adda, Provincia di Lodi. Oggi è professore di Diritto dell’Unione Europea presso la School of Government della Luiss. Aveva lavorato nel primo governo Amato al risanamento degli enti pubblici. Con Ciampi era stato sottosegretario agli Affari europei.
GRAZIANO DELRIO (Ministro degli Affari Regionali)
Nominato ministro per gli Affari regionali nel giorno del suo compleanno, sarà dunque stato festeggiatissimo dai nove figli, al suo rientro a casa. Cinquantatre anni, medico, nato a Reggio Emilia e poi sindaco della sua città. Cattolico del Pd. È presidente dell’Anci, associazione comuni italiani.
CARLO TRIGILIA (Ministro della Coesione Territoriale)
Siracusa, 62 anni, veterano e sorpresa del governo. E’ ordinario di sociologia economica nella Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri dell’Università di Firenze. È presidente del corso di laurea in “Analisi e politiche dello sviluppo locale e regionale” (sede di Prato) e direttore del Centro Europeo di Studi sullo Sviluppo Locale e Regionale.
CÉCILE KYENGE (Ministro dell’Integrazione)
Il primo ministro di colore della storia della Repubblica è una donna, medico, 49 anni, madre di due figlie. È una cittadina italiana nata in Congo, motivo di non particolare entusiasmo della Lega i cui parlamentari dicono che “non è italiana”. Specializzata in oculistica esordisce i politica a Modena nel 2004 coi Ds. È responsabile regionale Emilia Romagna delle politiche dell’immigrazione del PD.
JOSEFA IDEM (Ministro dello Sport e Politiche giovanili)
Nata in Germania nel 64 Josefa, canoista, ha partecipato alle ultime 8 olimpiadi, da Los Angeles a Londra. È la donna che ha disputato più gare olimpiche. Ha spostato il suo allenatore Guglielmo Guerrini nel 1990 diventando italiana. Ha 2 figli. I numeri della sua carriera sono impressionanti: 38 medaglie. Già assessore allo Sport a Ravenna dal 2001 al 2007, nel 2012 si è candidata alle primarie del Partito Democratico, passando al primo turno. Diventata capolista per l’Emilia-Romagna è stata eletta al Senato.
GIAMPIERO D’ALIA (Ministro per la Semplificazione)
Messinese, 1966, avvocato. Eletto con l’Udc, vicepresidente vicario di Scelta Civica. Eletto la prima volta nel 2001 alla Camera è stato presidente dell’Udc in Sicilia, vicino a Casini.
GAETANO QUAGLIARIELLO (Ministro per le Riforme)
Napoletano, 63 anni, figlio del rettore dell’Università di Bari, ex radicale forzista della prima ora folgorato nel 1994 dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Nel Pdl è considerato una colomba. Sarà per questo che il senatore è stato inserito da Napolitano nel team dei dieci saggi. Il suo nome è così entrato nella lista dei ministri prima ancora di sapere chi fosse il presidente del Consiglio. E ci è entrato nonostante l’opposizione dell’ala dura del Pdl che di lui non si fida.
DARIO FRANCESCHINI (Ministro per i Rapporti con il Parlamento)
Ferrarese, cinquantaquattrenne, di lui si è parlato molto negli ultimi giorni a causa della dura contestazione subita mentre era a cena in un ristorante, dopo la rielezione di Napolitano al Quirinale. Franceschini è stato segretario del Pd e sottosegretario alla presidenza del consiglio nei governi D’Alema e Amato. Ma la sua militanza politica parte da lontano, con i giovani della Democrazia Cristiana, come Letta d’altronde. Figlio di un partigiano “bianco”. A ottobre 2009 raccoglie il 34% alle primarie per la segreteria Pd vinte da Bersani e torna a fare il capogruppo.