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Nave Palinuro sostituisce il Vespucci nella campagna estiva dell'Accademia Navale

Marina militare: i segreti di Nave Palinuro, la storica goletta che viaggia nel XXI secolo (VIDEO-FOTO)

Nave Palinuro sostituisce il Vespucci nella campagna estiva dell'Accademia Navale
Nave Palinuro ha compiuto 60 anni di servizio nella Marina Militare

MAR MEDITERRANEO – Naviga da 60 anni esatti con le insegne della Marina militare italiana e ha percorso oltre 300.000 miglia nautiche: circa quindici volte il giro del mondo. È la Nave Scuola «Palinuro», attualmente in navigazione verso l’isola di Minorca nelle Baleari e che per la prima volta quest’anno ospita a bordo gli allievi della 1ª classe dell’Accademia Navale di Livorno per la loro campagna d’istruzione estiva 2015 nel Mediterraneo. Sostituisce, restandone all’altezza, il più famoso veliero «Amerigo Vespucci», fermo dal 2013 in cantiere a La Spezia.

VIDEO DEL COMANDANTE GABRIELE BELFIORE

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ARMAMENTO VELICO – Trinchettina, gran fiocco, strallo di maestra, randa di mezzana, trevo di trinchetto, parrocchetto volante: questi solo alcuni nomi delle 15 vele di cui è armato il Palinuro. Complessivamente hanno una superficie di circa 1000 metri quadrati, quasi cinque campi da tennis uno accanto all’altro. Quattro complessivamente gli alberi dove sono issate le vele: a prua il bompresso, che sporge quasi in orizzontale, seguito dal trinchetto – l’unico che dispone di vele quadre – e dagli alberi di maestra e di mezzana con vele di taglio.

OTTANTENNE – Guardandoli dalla banchina di un porto – dove è sempre ininterrotta la fila dei visitatori – si nota subito che questi alberi non sono verticali ma leggermente «piegati» verso poppa, tali da affrontare i mari più tempestosi. È come il certificato di nascita di questa elegante ottantenne goletta, costruita nel 1934 in un cantiere francese e utilizzata per circa 15 anni come peschereccio oceanico, con il nome di «Commandant Louis Richard». Nel 1950 passa alla Marina italiana, che nel frattempo aveva «perso» la nave scuola Cristoforo Colombo, gemella del Vespucci, consegnata all’Urss come risarcimento di guerra. Nel 1955, 60 anni fa, la nave – ribattezza «Palinuro» – completa i lavori di ristrutturazione e il 16 luglio entra in servizio come nave scuola per la formazione di nocchieri e motoristi e, successivamente, degli allievi delle Scuole Sottufficiali della Marina.

MANOVRE – Tanti, troppi, i ricordi durante tutti questi anni. Uno per tutti, tra i più recenti e significativi, che qui a bordo non dimenticano è quello dell’attraversamento dello strettissimo istmo di Corinto. Agosto 2014, Nave Palinuro si sta dirigendo verso il porto de Il Pireo ad Atene. Una manovra quasi impossibile, lunga circa 6 chilometri e con appena qualche metro a disposizione lungo le due fiancate della nave. Con un solo timone e per di più manovrato a mano è davvero un’impresa. Alla fine, dopo poco meno di un’ora, l’operazione riesce la soddisfazione di tutti.

EQUIPAGGIO – L’equipaggio è composto da circa 80 uomini. L’attuale comandante è il capitano di fregata Gabriele Belfiore, coadiuvato dai Tenenti di Vascello Luca Costagliola di Fiore (ufficiale in seconda), Carlo Loy (ufficiale addetto alla pubblica informazione),Tobia Russo (commissario di bordo), Antonello Nardella (capo servizio operazioni), Alessandro Bozza (capo servizio marinaresco).

NOSTROMO – La responsabilità dell’assetto «marinaresco» è affidato al nostromo, il 1° maresciallo Walter Pozzati, che con i suoi uomini coordina tutte le manovre alle vele e nello stesso tempo cura l’addestramento «veliero» dei giovani cadetti dell’Accademia navale, i futuri ufficiali di Marina. Una formazione base necessaria per tutti, da chi – solo per fare alcuni esempi – domani comanderà una modernissima e tecnologica nave militare a chi farà il pilota di un aereo o di un elicottero, da chi sarà chiamato a crescenti responsabilità nella Guardia Costiera a chi si occuperà invece di ingegneria navale.

MACCHINE – Ma il «Palinuro» non è solo plancia di comando e vele: circa 30 uomini – coordinati dal direttore di macchina, luogotenente Carmine Triggiano – sono assegnati alla gestione degli impianti: da quelli per la propulsione della nave (sul vento non è sempre possibile fare assegnamento) ai motori per generare e distribuire energia elettrica.

CUCINA – Terzo settore «strategico» è la cucina. Se ne occupa il capo della sussistenza, il 1° maresciallo Massimiliano Mazza, che con la sua squadra assicura quasi 300 pasti al giorno a equipaggio e allievi. Una quadratura del cerchio, nei ristretti spazi dell’attualmente affollato Palinuro, ma dove non manca neppure la pizza a mezzanotte. Puntuale, come in ogni nave della Marina militare.

FOTOGALLERY

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( 6 – CONTINUA)

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Sandro Addario

Giornalista

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