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Firenze, Tav: Roberti (Procuratore antimafia) e Cantone (anticorruzione) mettono nel mirino il sottoattraversamento ferroviario. E i lavori sono sempre fermi

La talpa della società Condotte
La talpa della società Condotte

ROMA – Anche Antimafia e Anticorruzione si stanno occupando degli scavi per il sottoattraversamento fiorentino. Alla Festa dell’unità delle Cascine il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti ha affermato: “Bisogna tenere l’attenzione molto alta, monitorare tutti i lavori e tutti gli appalti, per evitare che questo fenomeno vada a infiltrare anche la Tav”, riferendosi alle inchieste in corso. E ha aggiunto: “Prima deve intervenire la politica, c’e’ un’Autorita’ Anticorruzione che e’ preposta alla prevenzione di queste infiltrazioni, quindi tutti devono fare la loro parte. Le inchieste giudiziarie penali intervengono quando purtroppo il guaio è già avvenuto”. E infatti magistratura ordinaria e anticorruzione sono già all’opera.

CANTONE – Corruzione, società fittizie, scavi abusivi, ripetuti passaggi illegali di appalti e subappalti, carenza e omissioni nella vigilanza: tutto questo è contenuto in trenta pagine di relazione sull’alta velocità di Firenze stilata dall’autorità nazionale anticorruzione e firmata da Raffaele Cantone lo scorso 4 agosto 2015.

OPERA – Ricapitoliamo, citando fra virgolette i passi salienti della relazione. L’opera è stata assegnata nel 1999 e doveva essere interamente conclusa nel maggio 2015. “Termini che evidentemente non risultano più perseguibili – scrive Cantone – per cui si appalesano rilevanti ritardi nell’esecuzione”, che per il momento è ferma. L’opera doveva costare poco più di 500 milioni, è lievitata a quasi il doppio prima di essere bloccata e “registrerà ulteriori incrementi”. Ma il dato più allarmante tra i tanti indicati da Cantone è riferito alla sicurezza dell’opera: il materiale utilizzato è “privo della qualità richiesta”. E, ricorda il presidente dell’anticorruzione, l’opera “sotto-attraversa il centro cittadino, interferendo con la falda idrica”e ha già causato “dissesti che hanno interessato la scuola Rosai confermando la delicatezza del contesto”. Cantone ricorda che la magistratura era intervenuta per perseguire gli smaltimenti illeciti dei materiali provenienti dagli scavi. E, annota Cantone, “l’attività sarebbe stata gestita da una ditta, da quanto indicato dalla procura, legata ad ambienti della criminalità”.

CONTROLLI – Cantone scrive, fra le altre cose, che sono mancati gli “adeguati controlli” e che le “criticità emerse dalle indagini della Procura non possono ritenersi del tutto superate” ancora oggi. In realtà qualche controllo da parte dello Stato era intervenuto, magari tardivo. Nel 2011 infatti, quando ero prefetto di Firenze, incaricai il gruppo interforze composto da Dia e specialisti delle forze dell’ordine, d’ispezionare i cantieri; la relazione finale fu inviata alla Procura della repubblica di Firenze che perfezionò le indagini – già iniziate ma corroborate dalla documentazione inviata dalla prefettura – e procedette poi agli arresti di numerosi politici, funzionari, tecnici nel 2013.

LAVORI – Le società adesso hanno fretta di riprendere i lavori. Il Presidente della Regione toscana, Enrico Rossi, da sempre spinge per la ripresa dell’opera, che era ritenuta fondamentale anche da Rfi (che, scrive Cantone, potrebbe essere l’unica parte lesa: oltre il Paese). Per questo però serve una nuova autorizzazione, chiesta il 2 dicembre 2013. Ma per il via libera servono numerosi pareri tra cui quello del Comune di Firenze che “ad oggi non risulta ancora pervenuto”. Da quanto esposto ben si comprende come il Comune sia prudente nel rilasciare nuove autorizzazioni, visto che ancora pendono indagini. E anche il sottoattraversamento fiorentino segue la via, sembra immancabile, del rinvio sine die a causa dei problemi e dei sospetti di corruzione che si estendono, a quanto pare, a ogni grande opera pubblica.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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