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Sesto Fiorentino: la protezione civile ricorda Luigi Dori, un giornalista pioniere

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SESTO FIORENTINO – Sesto Fiorentino è sempre stato uno dei comuni in Toscana all’avanguardia nella protezione civile, non soltanto per merito delle autorità comunali e dei volontari, ma soprattutto per la spinta che, ormai trent’anni or sono, venne da un giornalista de La Nazione, Luigi Dori, uno dei pionieri dell’informazione nella protezione civile. Luigi fondò un’associazione di volontariato – il Centro Studi Emergenze – che ancora oggi, sotto la Presidenza del prof. Salvatore Arca e con l’appassionata opera di Giuseppe Bartolozzi porta avanti l’attività da lui promossa.

Per ricordarlo il Comune di Sesto Fiorentino, grazie alla squisita sensibilità del Commissario, il viceprefetto Antonio Lucio Garufi, ha organizzato nella Piazza del Comune la 10° giornata della protezione civile e una tavola rotonda su «L’informazione nelle emergenze». Presenti con i loro mezzi e i loro uomini e donne tutte le componenti della protezione civile, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del fuoco, Corpo Forestale, Provincia, Comune e un gran numero di Gruppi delle associazioni di volontariato, che sono un vanto del nostro territorio e costituiscono una componente essenziale della protezione civile.

Presenti anche un gran numero di bambini, affascinati dalle autopompe dei Vigili del Fuoco, dalle motociclette della Polizia stradale, dai mezzi delle altre forze della sicurezza, ma soprattutto da un modellino di elicottero della polizia, davanti al quale c’era la fila per entrare nell’abitacolo.

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La tavola rotonda ha visto impegnati il giornalista Antonio Lovasacio, già vicedirettore de La Nazione, in qualità di moderatore, Sandro Bennucci, direttore di FirenzePost, nelle vesti di Presidente dell’Associazione stampa toscana, chi scrive, da ex prefetto di Firenze, Paolo Masetti Sindaco di Montelupo e delegato nazionale Anci per la protezione civile.

Nei loro interventi i convenuti hanno ricordato gli enormi progressi fatti dalla tecniche di comunicazione in questi ultimi 30 anni; siamo passati dalla carta e dai comunicati televisivi e radiofonici agli avvisi mirati con un’app montata sull’iphone. Ma nonostante i progressi tecnici c’è ancora molto da fare per affinare la comunicazione e promuovere fra la gente la cultura della protezione civile, in un’epoca nella quale diventano sempre più frequenti eventi improvvisi, ma devastanti, come le bombe d’acqua o i piccoli tornado che interessano una fascia ristretta di territorio.

Ciascuna componente (istituzioni dello Stato, poteri locali, mass media e cittadini) è chiamata perciò a far sempre meglio la sua parte per consentire alla macchina della protezione civile di diventare sempre più pronta ed efficiente. Se ci riusciremo sarà merito anche di giornalisti lungimiranti come Luigi Dori che, fra i primi, cominciò, all’inizio inascoltato, a predicare l’importanza dell’informazione nella protezione civile.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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