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Multe per infrazioni stradali: la Francia mette in campo i droni (automobilisti spiati dall’alto)

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Giro di vite in Francia contro le infrazioni stradali e, in particolare, contro gli eccessi di velocità che sono alla base di un’inaspettata recrudescenza dei decessi per incidenti stradali (+3,5% con 3.384 vittime nel 2014 e un picco del +19,2% nello scorso mese di luglio). Tra i provvedimenti presi venerdì scorso dal Comité Interministériel de la Sécurité Routière (CISR) vi è anche l’adozione dei droni che – lanciati sulle zone da sorvegliare sfruttando speciali furgonette della Gendarmeria – potranno controllare silenziosamente e non visti il traffico e ‘immortalare’ con la telecamera di bordo gli eccessi di velocità. Il CISR ha anche deciso di aumentare le postazioni fisse dalle attuali 4.200 unità a 4.700 previste entro 3 anni.

AUTOVELOX – Altra novità in questo ambito – che non riguarda evidentemente solo le autostrade – sarà l’adozione di un una nuova tipologia i apparecchio multifunzione, capace di rilevare l’eccesso di velocità, il passaggio con il rosso ma anche il superamento della doppia linea continua sull’asfalto e il mancato rispetto della distanza di sicurezza.

COYOTE – Aumenterà in Francia anche il numero delle postazioni mobili dei radar (diventeranno 250 entro il 2016) e di quelli, denominati Coyote, installati a bordo delle auto ‘civetta’. Infine un povvedimento davvero ‘preoccupante’ per gli automobilisti: ai 4.700 radar che saranno sulle strade entro il 2018, si aggiungerà un imprecisato numero (Auto Plus parla di una cifra vicina a 10.000) di false apparecchiature, costituite solo dall’involucro e dalla relativa segnaletica. Questi ‘fake’, che hanno dimostrato in passato di funzionare egregiamente come deterrente, serviranno a ridurre la velocità sulle strade anche perché il CISR ha comunicato che all’interno di queste ‘conchiglie vuote’ le apparecchiature verranno spostate e montate alternativamente.

OMICIDIO – Da noi si attende ancora l’approvazione della legge che introduce l’omicidio stradale, anche se ogni novità che le autorità cercano di apportare per migliorare il controllo anche elettronico sulle infrazioni viene puntualmente smantellata da ricorsi di avvocati, di associazioni e da sentenze di giudici di pace. Non mi meraviglierei perciò se, in Italia, l’introduzione della sorveglianza con i droni fosse subito tacciata come utilizzo di uno strumento sleale e censurato. In barba all’esigenza di difendere le vittime della strada.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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