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Regioni: saranno ridotte a 12. La Toscana diventerà ‘Appenninica’

Il Senato approva un ordine del giorno sulla riforma costituzionale delle regioni: secondo gli ideatori della riforma (i senatori Pd Raffaele Ranucci e Roberto Morassut ) si ridurranno dodici e cambieranno nome. La Toscana, che acquisisce l’Umbria e la provincia di Viterbo, si chiamerà ‘Appenninica’. Vengono eliminate quelle a statuto speciale tranne Sardegna e Sicilia.

DOCUMENTO – «Sono venute crescendo, soprattutto al livello delle istituzioni regionali – si legge nel documento approvato – forme di dispersione della pubblica amministrazione con sprechi di denaro pubblico e con forme di inquinamento non controllabili con gli attuali strumenti e sottratte alla stessa autorità regolativa dello Stato centrale». L`ordine del giorno si propone di semplificare «l`architettura del regionalismo italiano anche nel numero delle regioni per ridurre la spesa pubblica, razionalizzare i costi evitando la proliferazione di troppi centri di decisionali di spesa e di programmazione» e impegna il governo «a considerare l`opportunità di proporre anche attraverso una speciale procedura di revisione costituzionale la riduzione del numero delle Regioni».

RIDUZIONE – L`esigenza di ridurre le Regioni, in effetti, è fortemente condivisa e iniziative si succedono dal 1992, anno in cui una proposta di semplificazione fu lanciata dalla fondazione Agnelli. Ma ogni riforma si scontra con gli statuti autonomi e con le resistenze locali. Fatto sta che le regioni troppo piccole hanno costi maggiori. Si pensi alla spesa per la sanità, che rappresenta oltre due terzi dei bilanci: in testa per importi procapite ci sono Bolzano, Trento, Molise, Valle d`Aosta e Liguria (in cinque contano 3 milioni di abitanti), tutte con somme oltre i 2.000 euro a persona; mentre le Regioni con più di 5 milioni di abitanti (cioè Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia) spendono cifre tra i 1.658 e i 1.887 euro.

Le nuove regioni
Le nuove Regioni

PROGETTO – Nel progetto di rinnovamento – nella cartina si vedono confini, abitanti e nuovo nome delle Regioni – sparirebbe l`autonomia della Valle d`Aosta, delle due Province autonome di Trento e Bolzano e quella del Friuli-Venezia Giulia. Solo due Regioni a statuto speciale, Sicilia e Sardegna, per ragioni geografiche, conserverebbero i confini attuali. Altre regioni ordinarie sono destinate ad accorpamenti e, in non pochi casi, a spezzettamenti.

ACCORPAMENTI – La Liguria sarebbe risucchiata dal Piemonte, l`Umbria dalla Toscana, l`Abruzzo dalle Marche (che perderebbero la provincia di Pesaro-Urbino accorpata all’Emilia Romagna), il Molise sarebbe smembrato (Isernia con Ancona, Campobasso con Bari) così come la Basilicata (Potenza con la Calabria e Matera con la Puglia). Lo spezzettamento più drastico colpisce il Lazio: Viterbo con la Toscana, Rieti con le Marche (ribattezzata regione Adriatica), Frosinone e Latina con la Campania e Roma, rimasta sola, che sarebbe una sorta di distretto della Capitale, sul modello degli Stati Uniti d`America, del Distric of Columbia con la capitale Washington.

Non sappiamo se questo progetto andrà in porto. Troppe sono le resistenze di carattere politico, economico, culturale e localistico. Molti si ribelleranno all’accorpamento e al cambio del nome. resta l’esigenza di ridurre la geografia e i poteri delle Regioni, veri moloch della spesa pubblica, se vogliamo rimettere a posto le nostre finanze e rilanciare l’economia e l’amministrazione del nostro Paese.

FRANCIA – La Francia in sei mesi ha fatto quello che noi cerchiamo di realizzare da decenni, una vera e propria riforma delle istituzioni tesa a semplificare la vita politica e amministrativa, a ridurre le spese e a diminuire le poltrone di politici di professione, la vera palla al piede dell’Italia. L’Assemblea nazionale di Francia infatti ha sancito la nuova mappa delle Regioni, ridotte da 22 a 13 nel quadro del progetto di riforma territoriale francese. La Camera bassa del parlamento non ha apportato alcun cambiamento al testo approvato dal Senato, con grande disappunto di un gran numero di deputati che volevano mantenere l’autonomia delle proprie regioni. Ma si vede che in Francia, a differenza che in Italia, le lobbies talvolta non prevalgono a scapito dell’interesse generale. L’Italia dovrebbe seguire questo esempio e, guarda caso, l’ipotesi di riduzione a 12 regioni + il distretto di Roma coinciderebbe quasi perfettamente con quanto stabilito dalla recente riforma d’Oltralpe.

Vedi anche: Regioni: è necessaria una profonda riforma


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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