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Rai, Varoufakis da Fazio per 24mila euro (più volo in first class). E noi paghiamo il canone…

Fazio e Varoufakis
Fazio e Varoufakis a Che tempo che fa

La Rai, e per la precisione Che tempo che fa, la trasmissione di Rai3 condotta da Fabio Fazio, ha pagato 24 mila euro netti (più viaggio aereo in prima classe) a Yanis Varoufakis per la sua partecipazione alla puntata del 27 settembre scorso. La conferma arriva dallo stesso ex ministro greco. Che, in un post inserito nel suo blog, ha risposto alle accuse di alcuni media inglesi e britannici – tra cui Times of London e Telegraph – sui suoi compensi per incontri e convegni, pubblicando la nota spese di tutti gli eventi pubblici cui ha partecipato dopo le dimissioni di luglio.

TIMES – Il celebre quotidiano di Sua Maestà aveva rilanciato in particolare una notizia del settimanale greco Proto Thema che era entrato in possesso di una email di una agenzia di Londra specializzata nell’offrire gli interventi di ex leader politici. Secondo la quale Varoufakis avrebbe intascato sino a 55mila euro per partecipare ad alcuni eventi, traendo profitto, in pratica, dalla crisi in cui versava il suo Paese. Per essere trasparente e soprattutto convincente l’ex ministro di Atene ha stilato una lista di tutte le interviste e le conferenze a cui ha partecipato negli ultimi mesi da cui risulta che nella maggior parte dei casi aveva partecipato a titolo gratuito, salvo rimborso del viaggio; tra questi una partecipazione alla Bbc e una alla Bocconi di Milano, una al Forum Ambrosetti (trasferta in business a carico dell’organizzazione).

PAGAMENTO – Solo due gli appuntamenti su oltre una ventina per i quali ha ricevuto rilevanti compensi. Una conferenza internazionale a Singapore (28mila euro e viaggio in Business Class) e la partecipazione lo scorso 27 settembre su Rai Tre a Che Tempo che fa di Fabio Fazio, valsa – in base al resoconto pubblicato – 24mila euro netti, più un volo in First Class.

REAZIONI – Su Twitter Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei deputati, ironizza: «Ma gli italiani versano il canone Rai per pagare Varoufakis ospite di Fabio Fazio? Speriamo di no e attendiamo smentite dai vertici dell’azienda». Reazioni dello stesso tipo da altri esponenti del centrodestra, che condannano lo spreco di denaro pubblico e chiedono chiarimenti all’azienda.

CANONE – Al di là di tutto riteniamo immorale e gravemente sconveniente che un’azienda foraggiata dal canone pagato obbligatoriamente dai cittadini, anche da chi non apprezza gli spettacoli offerti ma è costretto a pagare per il solo fatto di possedere una tv, sia stata l’unica che ha pagato fior di euro a un politico che per il resto è andato in giro a propalare le sue verità dietro il solo rimborso spese. Non è per questa finalità che i cittadini versano obtorto collo il canone, adesso inserito obbligatoriamente in bolletta per evitare la massiccia evasione.

STABILITÀ – Forse anche per questo la legge di stabilità “consegnata” dal governo ai senatori di Palazzo Madama ha sancito che del gettito recuperato dall’evasione del canone Rai nelle casse di viale Mazzini non entrerà nemmeno un euro. Neanche un soldo degli oltre 450milioni stimati dal recupero dell’imposta nelle bolletta elettrica deve finire nelle casse di un ente che dimostra di farne uso così indecente . La manovra finanziaria per il 2016 prevede, infatti, (articolo 10, comma 8) che le eventuali maggiori entrate rispetto alle previsioni di bilancio (circa un miliardo 730milioni) andranno in un apposito fondo dello stato per la riduzione della pressione fiscale, in modo che ne beneficino i cittadini che pagano le tasse e non gli organizzatori di eventi discutibili a spese nostre.

Questa è la riflessione più adeguata rispetto a una situazione che vede da anni la tv di stato collegata e legata al mondo politico, una tv che ormai fa concorrenza a quelle commerciali profittando, a differenza di queste, degli introiti del canone, senza fornire ai cittadini esasperati quel servizio obiettivo e di qualità che ci si aspetterebbe da un’emittente pubblica. Dunque il Governo dovrebbe trarre le conseguenze anche da questa esemplare vicenda: se la Rai ne è capace vada avanti senza proventi obbligati ma entrando in concorrenza nell’acquisizione di introiti dalla pubblicità, fornendo trasmissioni di livello elevato che la facciano preferire alle altre concorrenti. Riducendo, in un momento nel quale gli italiani stanno facendo enormi sacrifici, anche quei compensi stratosferici di cui godono i volti più noti del piccolo schermo.

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