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Zubin Mehta

Opera di Firenze: va in scena «Rigoletto»

Una scena del «Rigoletto»
Una scena del «Rigoletto»

FIRENZE – All’Opera di Firenze va in scena «Rigoletto» di Giuseppe Verdi. A dirigere l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino sarà Zubin Mehta che, incredibile a dirsi, è alla sua prima direzione live in Italia del popolarissimo capolavoro verdiano (sua comunque la direzione dell’Orchestra RAI nella versione girata a Mantova da Marco Bellocchio e trasmessa in mondovisione il 4 e 5 settembre 2010).

Nel ruolo di protagonista si alternano il bulgaro Vladimir Stoyanov (4, 9, 15, 20) e il nostrano Ambrogio Maestri (6, 12, 18), diversissimi quanto a presenza fisica, voce e carattere (sarà un curioso confronto), ma l’uno e l’atro già rodati nel ruolo, che hanno interpretato entrambi una quarantina di volte. A Firenze Vladimir Stoyanov si è ascoltato nei panni di Giorgio Germont in una ripresa della «Traviata» di Franco Ripa di Meana nel 2012; Ambrogio Maestri è stato invece «Falstaff» un anno fa.

L’allestimento di Henning Brockhaus, che debuttò a Parma nel 2001, sostanzialmente rinuncia a qualsiasi realismo (facendo sparire perfino la gobba di Rigoletto) e ambienta la vicenda in un non-luogo crepuscolare, surreale e monocromatico, dominato dal rosso, ovviamente colore della passione. Spiega il regista: «Rigoletto è una pièce notturna che mostra gli abissi più oscuri dell’animo umano […]; la scelta cromatica univoca e chiusa in se stessa, come un ripetersi infinito e vagante, non è altro che la visualizzazione di valori umani svuotati». L’unico personaggio realmente positivo, nella sua incrollabile purezza, è la fanciulla Gilda; degli altri, Rigoletto compreso (il cui amore per la figlia diventa una sorta di passione maniacale), si evidenziano invece gli aspetti negativi.

Come noto, il libretto di Francesco Maria Piave è tratto da «Le roi s’amuse», pièce di Victor Hugo che racconta, con notevoli deformazioni, una storia ispirata al libertino re Francesco I e al suo buffone Triboulet. L’opera di Verdi debuttò l’11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia con tal successo che pare che il giorno dopo «La donna è mobile» (famosissima aria del Duca di Mantova, nell’opera sostituito al re) già risuonasse per la città cantata dai gondolieri, anche se Verdi l’aveva tenuta, si racconta, segretissima fino alla “prima”.

La trama. Rigoletto, che ha assorbito dai cortigiani corrotti una buona dose di anima nera, si guadagna la maledizione del Conte di Monterone, al quale il Duca ha disonorato la figlia. Anche Rigoletto ne ha una, orfana di madre, che lui tiene accuratamente segregata, ma il bel Duca la adocchia in chiesa e la seduce, mentre i cortigiani, che si erano accorti che il buffone rendeva visita a una donna, la rapiscono pensando sia la sua amante e la consegnano al Duca. Così il buffone si trova a sua volta con la figlia disonorata e, nel tentativo di vendicarla, ne provoca la morte. La maledizione, rinforzata dall’odio, ha funzionato anche troppo.

Opera di Firenze (Piazzale Vitttorio Gui / Viale Fratelli Rosselli)

Venerdì 4, mercoeldì 9, sabato 12, martedì 15 e venerdì 18 dicembre, ore 20
Domenica 6 e domenica 20 dicembre, ore 15.30

«Rigoletto». Opera in tre atti. Musica di Giuseppe Verdi. Libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma «Le Roi s’amuse» di Victor Hugo.

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, direttore Zubin Mehta, maestro del coro Lorenzo Fratini. Allestimento del Teatro Regio di Parma, regia di Henning Brockhaus. Assistente regia e movimenti coreografici: Valentina Escobar. Scene: Ezio Toffolutti. Costumi: Patricia Toffolutti. Assistente costumista: Sara Spoladore. Luci: Sergio Rossi.

Rigoletto: Vladimir Stoyanov / Ambrogio Maestri (6, 12, 18/12)
Gilda: Julia Novikova / Cristina Poulitsi (6, 12, 18/12)
Duca di Mantova: Ivan Magrì / Arturo Chacón-Cruz (6, 12, 18/12)
Sparafucile: Giorgio Giuseppini
Maddalena: Anna Malavasi
Monterone: Konstantin Gorny
Giovanna: Chiara Fracasso
Marullo: Italo Proferisce
Matteo Borsa: Luca Casalin
Conte di Ceprano: Nicolò Ceriani
Contessa di Ceprano: Sabrina Testa
Un paggio: Irene Favro
Un usciere: Vito Luciano Roberti
Figurante: Giuliano Del Taglia

Prima parte – 1 ora
Intervallo – 30 minuti
Seconda parte – 40 minuti
Intervallo – 30 minuti
Terza parte – 45 minuti

Durata complessiva – 3 ore e 25 minuti

Guida all’ascolto nello Spazio Incontri del Foyer di Galleria: 45 minuti prima di ogni recita

Orari biglietteria e vendita diretta online sul sito dell’Opera di Firenze

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