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Pensioni, Istat: il 40% è inferiore a 1000 euro al mese. Nel 2014 erogati oltre 23 milioni di assegni

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ROMA – Nel 2014 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche ha superato i 277 miliardi di euro con un aumento dell’1,6% sul 2013. L’incidenza sul Pil è cresciuta di 0,2 punti dal 16,97% al 17,7%. Lo rileva l’Istat spiegando che sono state erogate 23,2 milioni di prestazioni.

IMPORTI – Il 25,7% delle pensioni è di importo mensile inferiore a 500 euro (incidendo per il 6,9% sulla spesa pensionistica complessiva) mentre il 39,6% ha un importo tra i 500 e 1.000 euro. Al crescere degli importi diminuisce la quota dei trattamenti erogati: il 23,5% dei trattamenti ha un importo compreso tra 1.000 e 2.000 euro mensili, l’8,0% tra 2000 e 3000 euro, il 3,2% supera i 3.000 euro mensili (767.000 pensionati ). I pensionati che in Italia possono contare su oltre 5.000 euro al mese sono quasi 240.000, appena l’1,4% del totale. Questi ultimi dati confermano che l’intervento voluto fermamente da Boeri sugli assegni superiori a 3.000 euro, oltre che illegittimo sarebbe praticamente irrilevante, colpendo solo il 4,6%, ossia 1 milione di assegni su 23,2 milioni.

DONNE – Gli importi erogati agli uomini sono mediamente più elevati di quelli percepiti dalle donne: redditi fino a 500 euro sono erogati all’11,3% dei pensionati, contro il 13,6% delle pensionate mentre il 9,7% degli uomini riceve un ammontare superiore ai 3.000 euro mensili, contro il 2,9% delle donne. In oltre i tre quarti dei casi (75,8%) i titolari di pensioni sociali percepiscono redditi di importo mensile inferiore a 1.000 euro. La quota scende a meno della metà tra i pensionati di invalidità, anche civile (rispettivamente 37,1% e 40,9%) e a circa un terzo tra i titolari di pensioni di vecchiaia (28,9%) e tra i superstiti (33,6%).

PENSIONI MULTIPLE – In Italia risulta titolare di un doppio assegno pensionistico oltre una persona su quattro. Il 25,4% percepisce due pensioni, si tratta di più di 4 milioni di individui. E c’è anche una quota, pari al 7,8%, che gode di tre o più pensioni.

INVALIDITÀ CIVILE – Escludendo i beneficiari di pensioni sociali, la quota più elevata di redditi che non superano i 500 euro si registra tra i titolari di pensioni di invalidità civile: sono il 23,6 contro il 21,2% registrato per le indennitarie, il 7,9% dei superstiti, il 4,8% di quelle di vecchiaia e il 4,7% delle pensioni di invalidità. I titolari di pensioni di vecchiaia (il 26,8%), di pensioni indennitarie (27,5%) e i pensionati di guerra (34,0%) prevalgono invece nelle classi di reddito pensionistico superiori a 2.000 euro mensili.

I risultati delle indagini Istat su questo tema, che accomunano previdenza (pensioni) e assistenza (assegni per invalidità civile ad esempio), inducono errori nelle analisi sull’incidenza pensionistica, come sostengono da sempre i sindacati. Ai fini di una corretta valutazione occorre scorporare l’assistenza dalla previdenza e poi operare di conseguenza.

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