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Arezzo, scomparsa di Guerrina Piscaglia: padre Gratien resta in carcere

Padre Gratien, Graziano, Alabi al momento dell'arresto giovedì 23 aprile 2015
Padre Gratien, Graziano, Alabi al momento dell’arresto giovedì 23 aprile 2015

AREZZO – Non riescono a far funzionare il suo braccialetto elettronico. Così è ancora in carcere Padre Gratien Alabi, il frate congolese accusato di omicidio volontario dopo la scomparsa di Guerrina Piscaglia da Ca’ Raffaello (Arezzo) il 1 maggio 2014.

Il tribunale del riesame gli ha concesso i domiciliari ma il religioso dovrà indossare il braccialetto elettronico: per farlo funzionare, però, serve il segnale Gps e nella struttura che ospiterà il frate – il convento dei premostratensi di Roma – ci sarebbero difficoltà con la connessione.

«La questura di Roma sta lavorando ancora sull’esecuzione del provvedimento», ha detto l’avvocato di padre Gratien. La prossima udienza del processo in assise in corso ad Arezzo è fissata per il 18 dicembre.

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