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Rimborsi e cofinanziamenti: ai partiti 10 milioni di euro senza alcun controllo

Parlamento

ROMA – I partiti italiani incassano un assegno da 10 milioni di euro.L’Ufficio di presidenza della Camera dei deputati ha dato il via libera, all’unanimità dei presenti (solo i 5 Stelle hanno lasciato la riunione per protesta), al pagamento dei rimborsi elettorali e del cofinanziamento per i partiti relativi al 2015.

La somma totale, a carico dello Stato, è di circa 10 milioni. Riceveranno i soldi i partiti i cui rendiconti del 2013 sono stati giudicati regolari e hanno presentato anche i bilanci di spesa del 2014. Si tratta di somme determinate secondo criteri stabiliti dalla legge. Il via libera dato dall’ufficio di presidenza della Camera, è conseguente all’applicazione della contestata legge Boccadutri, in base alla quale viene applicata una sorta di sanatoria che consente ai partiti di accedere ai rimborsi elettorali, nonostante l’assenza di uno dei requisiti previsti dalla legge sull’abolizione del finanziamento pubblico, ovvero la relazione della Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici.

COMMISSIONE – La Commissione era stata istituita nel 2012 e ha il compito di certificare le spese effettivamente sostenute dai partiti per le elezioni. Un controllo preliminare su fatture e scontrini che è necessario per poter ottenere poi il finanziamento pubblico che il governo Letta, a fine 2013, ha deciso di tagliare progressivamente per arrivare a scomparire nel 2016. La Commissione avrebbe dovuto concludere i controlli entro il 30 giugno, ma quest’anno il suo presidente, Luciano Calamaro, ha dichiarato ai presidenti di Camera e Senato di non essere in grado di svolgere questo minuzioso controllo sugli scontrini per la carenza di personale. Il Parlamento per accelerare le pratiche ha quindi approvato una legge, la Boccadutri (Pd), che assegna alla Commissione il personale necessario, ma la stessa norma ha anche deciso che per il 2013 non sarebbe stato necessario il controllo degli scontrini. Insomma fiducia massima alla parola degli onorevoli. E soldi subito senza i previsti riscontri contabili.

La somma di circa 10 milioni di euro sarà ripartita alle varie forze politiche (tranne il M5S che ha rinunciato) presenti in Parlamento, mentre sono ancora sub iudice le posizioni di Mpa e Udc.

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