
Lavoro sommerso, Toscana: il 90% delle aziende ispezionate dall’Inail risulta irregolare
In Toscana, nel 2015, sono state ispezionate 1.533 aziende di cui l’88,71% sono risultate irregolari (+1,32% rispetto alla media nazionale). Gli accertamenti hanno consentito di regolarizzare 5.432 dipendenti, di cui 1.023 totalmente in nero. In particolare, sul totale dei 5.432 lavoratori regolarizzati, 1.287 sono extracomunitari. E’ quanto spiega l’Inail illustrando l’attività svolta l’anno scorso nel contrasto al fenomeno del lavoro sommerso. La media dei soggetti regolarizzati per ciascuna azienda ispezionata, si spiega ancora, è stata pari a 3,54 (+ 0,6 rispetto alla media nazionale). In termini economici i premi omessi accertati dall’attività ispettiva sono stati pari a 4.805.203,00 euro. Gli accertamenti sono stati indirizzati prioritariamente nel settore del terziario – il 51% di cui 17% commercio, 16% ristorazione, 8% trasporti – e dell’industria – 44% di cui 27% costruzioni, 17% attività manifatturiere.
La verifica del rischio assicurato e l’azione di contrasto all’illegalità, si spiega ancora, è stata realizzata in sinergia con gli altri partner istituzionali in materia di vigilanza. La vigilanza è stata rivolta alla lotta all’evasione-elusione dei premi assicurativi e “alla diffusione di una maggiore cultura della legalità che si riflette inevitabilmente anche sulla prevenzione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. Un’attività che quest’anno, “verrà assunta dall’Ispettorato nazionale del lavoro, un’agenzia unica per le ispezioni del lavoro, che integra i servizi ispettivi del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dell’Inps e dell’Inail”. “L’obiettivo finale – afferma Giovanni Asaro, direttore regionale di Inail Toscana – è garantire adeguati livelli di legalità e quindi anche di tutela globale dei lavoratori, per la stretta correlazione tra lavoro sommerso e carenza delle misure di prevenzione della salute e della sicurezza dei lavoratori. Un efficace sistema di protezione sociale costituisce una priorità per tutti gli istituti e organismi presenti sul territorio, al fine di garantire la necessaria tenuta sociale in un momento congiunturale difficile.
roberto
Lavoro sommerso? Chi si stupisce vive sulla luna……….oppure…fate voi!
L’evasione fiscale e contributiva è un fatto storico!
Avevo i calzoni corti ed i calzini bianchi e sentivo parlare di evasione fiscale e di esportazione di capitali all’estero. Oggi che ho i capelli bianchi e 76 anni sento parlare di evasione fiscale e di paradisi fiscali! Cosa è cambiato?
I Veri Costituenti e Grandi Statisti pensarono anche a questo cancro nazionale che ha portato al fallimento,di fatto, il paese!
Infatti approvando l’articolo 53 della Costituzione che mette a imposizione,non il reddito,ma la capacità contributiva ( redditi globali effettivi personali e comunque conseguiti con deduzione di tutte quelle spese occorrenti per il normale svolgersi della vita quotidiana) sulla quale si applica la progressività, i Costituenti avevano/hanno consegnato al legislatore ordinario lo strumento per eliminare l”evasione fiscale e contributiva anche allora colossale che venne denunciata da un Costituente, artefice della presentazione del 1° comma art. 53 sulla capacità contributiva effettiva, On.le Ezio Vanoni!