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Sanità: il governatore Rossi vuol cancellare l’intramoenia? Ma fu lui a volerla…

Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana
Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana

Che proprio il governatore della Toscana, Enrico Rossi, intenda farsi promotore di un’iniziativa legislativa popolare per l’abolizione dell’intramoenia, come va dicendo da qualche giorno, è poco credibile. Infatti proprio la sua gestione della sanità regionale ha condotto a liste d’attesa talmente insostenibili da fisiologizzare, per conseguenza, il ricorso alla libera professione da parte dei cittadini che possono permetterselo. Corollario: un maggiore incasso per le Asl a tutto favor di bilancio.

Comprendo la deriva populista di un Rossi che, affannato nella scalata alla segreteria nazionale Pd, pensa di poter sciogliere i nodi fatti da lui stesso in dieci anni da assessore alla sanità e cinque da governatore deus ex machina del settore. Ma «ci vuole una bella faccia per sostenere una simile posizione dopo che l’esplosività delle liste d’attesa in Toscana spinge il cittadino verso la libera professione. In questa maniera le aziende del sistema sanitario non solo risparmiano, ma incassano anche di più». Per contro il cittadino, che ha già pagato le tasse e di regola dovrebbe affrontare il pagamento ulteriore di un ticket di compartecipazione, per ottenere una prestazione in tempi decorosi si vede costretto a pagare la libera professione. Ottiene la medesima prestazione, magari persino dal medesimo professionista, ma paga per intero e va incontro a tempi congrui col suo bisogno di salute.

Intanto le aziende di fatto si finanziano, poiché per ogni cittadino che paga per la libera professione loro, le aziende, incamerano una percentuale significativa. Nel gergo ospedaliero questa percentuale che l’Azienda trattiene è chiamata ‘il pizzo’, pensate un po’. Tanto ingegnoso quanto inquietante. Ed è Rossi che ha generato questa situazione.


Stefano Mugnai

Vice presidente vicario gruppo Coraggio Italia alla Camera

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