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Telefoni: è guerra di tariffe fra Tim e autorità per le telecomunicazioni

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ROMA – E’ scoppiata la guerra tra Telecom Italia e Agcom: la materia del contendere sono gli aumenti per la telefonia fissa che sono scattati dal 1 aprile, che secondo l’Autorità per le tlc costituiscono rincari ingiustificati. Per questo è stato approvato un provvedimento di diffida nei confronti del gruppo telefonico, il quale è convinto invece di essere nel giusto e di aver agito nel pieno rispetto delle regole. Allo stesso tempo, l’Agcom vuole inserire anche la connessione a Internet a banda larga tra gli obblighi del servizio universale.

La manovra tariffaria annunciata lo scorso 29 febbraio da Tim (il marchio con il quale vengono ormai commercializzate tutte le offerte, anche quelle relative alla telefonia fissa): prevede l’aumento del prezzo delle chiamate a consumo verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali dell’offerta Voce e della linea Isdn (in sostanza coloro che hanno solo la vecchia linea telefonica di base) da 10 a 20 cent al minuto e l’introduzione di uno scatto alla risposta pari a 20 cent.

I nuovi prezzi sono riservati a quelle famiglie, circa 700mila, che non hanno aderito alle offerte a forfait, come Tutto Voce, vale a dire il tutto compreso per la telefonia fissa. Si tratta di un «aumento del 300%», calcola l’Autorità, «non giustificato da condizioni economiche generali, quali l’andamento dei prezzi al consumo o l’aumento del potere d’acquisto degli italiani». Inoltre, osserva l’organismo di controllo, «un aumento così consistente, che va a sommarsi all’aumento della componente canone mensile degli ultimi tre anni, presenta un alto rischio di esclusione sociale dalla cosiddetta rete di sicurezza, il cui accesso e altri servizi di base sono sottoposti agli obblighi di servizio universale. Il rischio è ulteriormente aggravato dalla circostanza che l’offerta è estesa a tutti gli abbonati consumer, inclusi gli utenti a basso reddito».

Da qui la decisione di far scattare la diffida, alla quale, vista la reazione negativa di Telecom, che invece ritiene di essere nel giusto, potrebbe presto seguire una sanzione. Codacons ha inoltre preannunciato una class action.

La compagnia telefonica ha infatti reagito con fermezza: non ritirerà gli aumenti (che sono effettivamente scattati, come si evince dal sito Internet dell’azienda), puntualizzando «di aver agito nel pieno rispetto delle regole, della concorrenza e dei diritti dei clienti». La compagnia telefonica, comunque, «fornirà all’Autorità tutte le informazioni necessarie a dimostrare la correttezza del proprio comportamento e la legittimità della rimodulazione tariffaria».

Insieme al provvedimento di diffida, poi, l’Agcom ha anche approvato l’avvio di altri due provvedimenti: il primo per assicurare la fornitura dell’accesso alla rete di sicurezza sociale e dei servizi minimi del servizio universale, il secondo per inserire la connessione a Internet a banda larga proprio tra gli obblighi dello servizio universale. E anche qui è coinvolta Telecom Italia, l’operatore attualmente incaricato di portare la telefonia di base a tutti gli italiani.

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