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Firenze: scarcerata l’infermiera di Piombino accusata di 13 omicidi

L'infermiera Fausta Bonino all'uscita dal carcere Don Bosco di Pisa
L’infermiera Fausta Bonino all’uscita dal carcere Don Bosco di Pisa

FIRENZE – Il tribunale del riesame ha deciso la scarcerazione di Fausta Bonino, l’infermiera dell’ospedale di Piombino accusata di aver procurato la morte di 13 pazienti. Era rinchiusa al Don Bosco di Pisa dal 30 marzo scorso con l’accuda omicidio plurimo aggravato. Solo tre giorni fa la procura di Livorno l’aveva definita «pericolosa e capace di uccidere ancora».

Non sono ancora note le motivazioni del provvedimento, ma si dice che la Bonino avrebbe già telefonato a casa per annunciare la scarcerazione, chiedendo ai familiari di andarla a prendere. Qualche giorno fa, l’avvocato Cesarina Barghini, legale della donna, aveva detto: se non esce dal carcere muore.

AGGIORNAMENTO DELLE 18,30

Ha lasciato il carcere don Bosco di Pisa Fausta Bonino, 56 anni, l’infermiera dell’ospedale di
Piombino (Livorno). Era stata direttamente lei a chiamare il marito, Renato Di Biagio, dicendogli «vieni a prendermi», come ha riferito l’avvocato della donna, Cesarina Barghini, che spiega di non conoscere, ancora i termini della decisione del tribunale del riesame. La donna è uscita dal carcere insieme al figlio.

«Sono soddisfatta soprattutto perché in questo modo sarà più facile per lei affrontare tutto ciò che abbiamo davanti». Così l’avvocato Cesarina Barghini, prima ancora di vedere la decisione del tribunale del riesame di Firenze che ha scarcerato la sua assistita Fausta Bonino. Al riesame l’avvocato si era rivolta dopo che il gip del tribunale di Livorno Antonio Pirato, il 4 aprile scorso, aveva respinto la richiesta di scarcerazione o, in subordine, dei domiciliari per l’infermiera.

Fausta Bonino, formalmente, resta indagata ma affronterà l’ inchiesta da donna libera e questo era l’obiettivo della difesa che ha sempre contestato il teorema costruito sulla donna per molti già colpevole di omicidi terribili. I giudici del riesame, quantomeno, sono convinti che servano più prove per sostenere le accuse.

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