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Lavoro: i giovani saranno i pensionati poveri di domani, lo dice Cesare Damiano

Per i giovani il lavoro manuale continua ad avere scarsissimo appeal
Per i giovani il lavoro continua a essere un grave problema

ROMA – «I giovani saranno i pensionati poveri di domani perché, nell’attuale mercato del lavoro, sono diventati lavoratori poveri. Accorgersi, a 60 anni, di avere alle spalle appena 20-25 anni di contributi, come capiterà ai nostri figli, conduce dritti e filati ad una vecchiaia poco dignitosa». Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera.«Perché capita questo? Perché – spiega – l’idea liberista di colpire lo Stato sociale e togliere le tutele al lavoro, costringe i nostri figli a fare la gimcana per entrare nel mondo del lavoro: stage, tirocini, voucher, lavoro a chiamata, co.co.co, interinale, false partite IVA e lavoro a termine, rappresentano il deprimente biglietto d’ingresso nel mondo del lavoro di intere generazioni. Questo significa bassi salari, pochi contributi e lavoro intermittente, cioè poveri nel lavoro e poveri con la pensione.

Non a caso – prosegue Damiano – l’ISTAT rileva che le generazioni post ’80 e post ’96 stentano ad entrare nel mondo adulto. La transizione allo stato di ‘adulto’, come dice l’ISTAT, si compone di diversi passaggi nel vissuto degli individui: dalla condizione di studente a quella di occupato, dalla famiglia dei genitori alla vita indipendente o di coppia, dallo status di single a quello di coniugato e dall’essere senza figli alla genitorialità. Le generazione dei Millenial (nati tra gli anni ’80-’90) e delle Reti (nati dopo il ’96), stanno posticipando sempre di più queste principali tappe verso la vita adulta. Questa drammatica constatazione ci obbliga a rivedere il nostro modello di sviluppo e ad eliminare la precarietà nel mercato del lavoro, a partire dai voucher», conclude.

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