PD, Chiamparino a Renzi: «Così non va, il Governo si prenda cura dei più deboli»
Il Governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, già Sindaco di Torino, da me conosciuto e molto apprezzato nel periodo nel quale sono stato prefetto di quella città, era stato a suo tempo uno dei primi sostenitori e fautori dell’allora rottamatore in contrasto con l’establishment del vecchio Pd. Adesso però, visto l’approccio di un Governo sempre più allineato alle esigenze dei poteri forti, quelli che del resto ne hanno provicato l’ascesa, Chiampafrino sbotta e rivendica la realizzazione di una politica di sinistra, che non dimentichi i più deboli.
«Per conquistare la maggioranza degli italiani è necessario che il premier, e il Pd, recuperino la tradizione riformista sul lavoro e il sociale, il ‘prenderci cura dei più deboli. È stato fatto il Jobs Act bene, ma è solo un pezzo. Dobbiamo intervenire sulle diseguaglianze e accelerare il percorso sul reddito di accompagnamento per chi cerca lavoro o lo ha perso.Come in tutte le elezioni di medio termine – sostiene Chiamparino analizzando poi l”esito del primo turno elettorale delle comunali -, gli elettori hanno voluto inviare al governo un segnale chiaro: il disagio che si è accumulato in questi anni di crisi non è stato ancora completamente superato e ci vorrà ancora tempo per tornare ai livelli pre-crisi. C’è disperazione non solo negli strati sociali più poveri ma – continua il governatore del Piemonte – anche in tante famiglie che forse hanno meno problemi di reddito ma si sentono, comunque, marginali. Sono questi nostri cittadini che vivono sulla loro pelle una situazione di disuguaglianza. È qui che trovano spazio i populismi. E il Pd ha risposto con un segnale opposto: tutto va bene madama la marchesa».
Affermazioni chiare e nette, che danno l’idea della posizione di una vasta parte del popolo della sinistra, che si sente deluso e tradito dall’azione di quello che dovrebbe essere il suo Governo. Renzi farebbe bene a prestare ascolto alle sagge parole dell’ex Sindaco di Torino invece di star dietro soltanto agli adulatori e al gruppo dirigente a lui fedele, che ovviamente, anche per opportunità personali, si guardano bene dal contestare o soltanto dal far intravedere all’autoritario presidente alcune pecche di quanto realizzato finora.