Referendum: Renzi dice no, ma si moltiplicano le posizioni favorevoli allo spacchettamento del quesito
ROMA – Il premier Renzi ha già escluso lo spacchettamento dei quesiti, ma nel frattempo da molte parti politiche, escluso il Pd, si moltiplicano gli appelli a rendere più chiari i quesiti in modo da far comprendere meglio agli elettori su cosa voteranno probabilmente il 6 novembre.
NENCINI – I quesiti referendari devono essere formulati in forma chiara per pretendere risposte chiare, inequivocabili. Lo ha detto il segretario del PSI, Riccardo Nencini. “Da più parti, giuristi e partiti, si ritiene che una riforma così complessa racchiusa in un unico quesito rischi di non raggiungere questo obiettivo”, ha aggiunto. “Allora meglio fermarsi, affidare a costituzionalisti il compito di spacchettare i quesiti e subito dopo raccogliere l’adesione dei parlamentari e dei cittadini per presentarli’, ha concluso.
Dello stesso avviso il deputato di Ncd Fabrizio Cicchitto “Dalle dichiarazioni del vicepresidente Guerini sembra che nel Pd emerga la disponibilità ad una riflessione sulla legge elettorale. Quanto al referendum sulla legge costituzionale il nostro impegno è pieno: abbiamo già firmato il documento dei parlamentari per il “Si”. Per quello che personalmente ci riguarda stiamo anche esaminando la possibilità di firmare la proposta radicale sul cosiddetto spacchettamento mettendo nel conto di votare “Si” per ognuno dei quesiti che essa eventualmente presenta. In sostanza va sostenuta ogni proposta che va nella direzione di una approvazione ragionata della riforma evitando l’errore di cambiare i termini del quesito per cui essa invece si risolva in uno scontro frontale pro o contro il governo che sarebbe il modo per evitare il confronto di merito sulla riforma.
Aumenta dunque la sponda favorevole allo spacchettamento del quesito. Molti parlamentari evidentemente temono che, in caso di vittoria del no e di conseguente taglio della legislatura (secondo le promesse di Renzi), probabilmente non saranno ripresentati e quindi cercano di arrivare al referendum nella situazione a loro più favorevole. Ma questo è l’obiettivo anche del premier, anche se ancora il boy scout di Rignano esita (giustamente, visto che molti costituzionalisti sono contrari) nel proporre una moltiplicazione dei quesiti.