Vertice con Letta, Rossi: lavoriamo per evitare l’aumento dei ticket dal 2014
FIRENZE – E’ terminato poco dopo le 13 l’incontro fra il premier Enrico Letta e il governatore toscano, Enrico Rossi. “Abbiamo aperture importanti”, ha postato subito su Facebook Rossi.
Uno dei nodi più spinosi è quello della sanità: il capo del governo ha detto che è impegnato a eliminare lo scatto dei ticket per due miliardi dal 2014. “Anche io – ha detto Letta – non voglio che i cittadini si trovino a gennaio con questo ulteriore balzello”.
“Sulle riforme istituzionali – ha aggiunto Rossi – il governo è disposto a discutere. La mia proposta è che si elimini l’attuale Senato e si istituisca il Senato delle Regionie dei Comuni con consiglieri regionali e sindaci, risparmiando 380 milioni”.
”Dopo averci strangolato con politiche fiscali liberiste e teutoniche ecco una buona notizia dall’Europa. L’allentamento dei vincoli e un potenziale tesoretto per l’Italia, di 7-8 miliardi. E nel Pdl c’è già chi vuole regalarli ai possessori di case di lusso e di grandi patrimoni. Preferirei che si pensasse prima di tutto ai ticket, alla sanità, alla scuola e agli investimenti per il lavoro”, aggiunge Rossi, spiegando: “Adesso il governo deve decidere come spenderlo. Sarebbe sbagliato lasciarlo ai ricchi con ville di lusso e grandi patrimoni immobiliari. Sarebbe invece opportuno utilizzarlo per far fronte alle grandi emergenze di questo Paese: gli investimenti per il lavoro, la cancellazione dell’aumento dei ticket, la scuola e la sanità. Ma questo e’ solo l’inizio se vogliamo un cambiamento delle politiche economiche e sociali dell’Europa”.
“Ora – sottolinea il governatore toscano – tutti a gioire per il fatto che l’Europa allenterà i vincoli per il nostro Paese consentendoci un tesoretto per far fronte alle esigenze piu’ drammatiche. Ma la verità è che l’Italia è stata strangolata da teutoniche e liberiste politiche fiscali che hanno prodotto recessione, aumento della disoccupazione e del debito. Quelle politiche erano sbagliate fin dall’inizio, si collocavano in perfetta sintonia con il trionfo del pensiero unico, delle liberalizzazioni e privatizzazioni, dell’esaltazione del mercato e della finanza, a scapito del lavoro e di ogni forma di intervento pubblico e di sostegno allo stato sociale. Anche l’Europa dell’euro nasce così, con un errore di fondo: essere Europa della moneta e dei mercati senza essere Europa politica e sociale”.