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Pensioni: la Consulta boccia il blocco della pensione di reversibilità alle mogli badanti

colf-e-badantiROMA – La Consulta che non ti aspetti, sotto la Presidenza di Paolo Grossi e nella composizione rinnovata sta facendo uscire decisioni singolari. Da un lato ha legittimato lo scippo dei contributi di solidarietà sulle pensioni più elevate, dall’altro adesso ha detto stop al taglio delle pensioni per le mogli-badanti, bocciando una legge approvata cinque anni fa, che metteva un tetto alle pensioni di reversibilità. Una norma che mirava – giustamente a mio avviso – a porre un freno ai matrimoni degli ultrasettantenni con le proprie badanti, spesso donne giovanissime e di origine straniera. La Corte costituzionale ha così dichiarato l’illegittimità del decreto legge 98/2011, che limitava l’ammontare della pensione di reversibilità nel caso di matrimonio contratto fra una persona con più di settant’anni ed un’altra più giovane di almeno vent’anni. La legge in questione prevedeva delle decurtazioni pesanti all’assegno in base agli anni di matrimonio: il 10% in meno per ogni anno in meno rispetto al decennio.

Nel prendere la decisione, la Corte ha reputato irragionevole una limitazione dell’assegno pensionistico solo in base al mero dato dell’età avanzata del coniuge e della differenza di età tra i coniugi ed ha ribadito che ogni limitazione del diritto alla pensione di reversibilità deve rispettare i principi di eguaglianza e di ragionevolezza e il principio di solidarietà, che è alla base del trattamento previdenziale in esame, e non deve interferire con le scelte di vita dei singoli, espressione di libertà fondamentali. La Consulta ha anche contestato la ratio della norma, quella di contrastare la frode, che si basava sulla presunzione che un matrimonio siffatto tragga origine dall’intento di frodare l’erario, in assenza di figli minori, studenti o inabili. Presunzione che i giudici non hanno ritenuto valida, data l’evoluzione del costume sociale. La Corte ha ritenuto perciò che la norma dichiarata incostituzionale abbia irragionevolmente sacrificato i diritti previdenziali del coniuge superstite.

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