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Firenze ricorda la tragedia delle foibe

Scritte minacciose apparse nella zona di piazza Savonarola
Scritte minacciose apparse nella zona di piazza Savonarola

FIRENZE – Foibe. Una tragedia italiana per troppo tempo dimenticata e che, solo dal 2004, viene commemorata nel “Giorno del ricordo” istituito per legge al “fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Furono migliaia i nostri connazionali gettati vivi e lasciati morire nelle foibe carsiche dal regime del maresciallo Tito nella ex Yugoslavia alla fine della seconda guerra mondiale. Un numero ancora maggiore fu costretto all’esilio dall’Istria e dalla Dalmazia. Italiani che tornavano da esuli in Italia, accolti nella migliore delle ipotesi con indifferenza e sopportazione. Molti di loro arrivarono anche in Toscana, ospitati per anni in centri di accoglienza come quello di via Guelfa a Firenze, nel vecchio complesso di S.Orsola all’angolo con via Santa Reparata. Ora è svuotato e murato da tempo, in attesa di un incerto futuro.

Oggi l’amministrazione comunale fiorentina depone una corona di alloro, presso il cimitero di Trespiano, al monumento in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Domani alle 11 presso Palazzo Panciatichi si terrà una seduta solenne del Consiglio Regionale aperta dal presidente dell’assemblea, Alberto Monaci. Interverranno quindi il presidente della Giunta regionale, Enrico Rossi e il giornalista e scrittore Enrico Nistri. Nel pomeriggio alle 14.30 in Palazzo Vecchio, all’inizio della seduta del Consiglio Comunale, verrà tenuta una prolusione dal professor Cosimo Ceccuti, ordinario di storia contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri di Firenze.

E’ stata invece spostata al 7 marzo la manifestazione che ogni anno si muove da piazza Savonarola per raggiungere Largo Martiri delle Foibe, alla fine di viale Milton nei pressi della Fortezza da Basso. Un evento che ha visto spesso un animato confronto tra opposti schieramenti politici e che, quest’anno, in coincidenza con il periodo elettorale avrebbe potuto essere più acceso.

Già qualche segnale lo si vede, anche in questi giorni, sui muri della zona di piazza Savonarola dove sono recentemente apparse scritte a vernice rossa come “Foibe” con accanto una falce e martello oppure un’altra – al centro della piazza – “nessun fascista vivo, solo morti”. Altre sono cancellate da altre scritte in vernice nera.

“Il rammarico è uno solo: vedere nostri connazionali che si organizzano contro questa giornata,” commenta amareggiata Miriam Andreatini Sfilli, delegata fiorentina dell’Andg, l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. “Abbiamo passato questi anni con grande dignità, senza chiedere nulla a nessuno. Anzi stando lontano come associazione da ogni possibile coinvolgimento politico. Chi ci contesta non ha passato, come noi sulla nostra pelle, la durezza di un regime comunista vero come quello iugoslavo. Se lo avessero conosciuto avrebbero cambiato idea”.

Lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un suo recente intervento pubblicato sull’Osservatore Romano dell’8 febbraio, ha detto che «è stato impossibile – se non per piccole cerchie di nostalgici sul piano teoretico e di accaniti estremisti sul piano politico – sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d’impronta comunista».

Domani il capo dello Stato riceverà al Quirinale una rappresentanza dei parenti delle vittime delle foibe e premierà, nell’occasione, le scuole vincitrici del concorso “Confine Orientale” dal titolo “Cultura e vita materiale tra la terra e il mare Adriatico Orientale: i mestieri e la loro impronta nelle arti figurative e nella letteratura”, indetto dal Ministero dell’Istruzione e dalle Associazioni Esuli Istriani – Fiumani – Dalmati.


Sandro Addario

Giornalista

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