Terrorismo: Alfano, l’Italia è un Paese sicuro. Non abbiamo niente da invidiare agli altri Stati
ROMA – Lo stato della sicurezza del nostro Paese è positivo, secondo il ministro dell’interno Angiolino Alfano. I cittadini però sembra siano di diversa opinione, visto che dagli ultimi sondaggi proprio la sicurezza sarebbe le prima preoccupazione degli italiani. Nella tradizionale conferenza stampa di ferragosto il ministro, attorniato da uno stuolo di funzionari e dai responsabili delle Forze dell’ordine, compreso il Corpo Forestale dello Stato, alla sua ultima partecipazione visto che fra non molto sarà assorbito dai Carabinieri, ha tracciato un quadro rose e fiori.
“Gli investimenti crescono, i reati calano, il sistema di prevenzione sull’antiterrorismo ha fin qui retto, il contrasto alla criminalità organizzata ha dato risultati importanti. E’ un sistema che in questo momento non ha niente da invidiare a nessun altro Paese al mondo. Grazie ai vertici delle forze dell’ordine, dell’Esercito e della protezione civile che hanno fatto sì che il nostro Paese possa essere considerato sicuro”.
Incontrando la stampa, il ministro dell’Interno ha passato in rassegna i principali temi relativi a terrorismo, ordine pubblico, criminalità, immigrazione, e ha ringraziato i 47mila italiani in divisa in campo oggi per garantire un Ferragosto sicuro.
REATI COMUNI – Nell’ultimo anno (il riferimento è al periodo compreso tra agosto 2015 e luglio 2016)i delitti commessi sono stati 2.416.588, il 7% in meno di quelli compiuti tra agosto 2014 e luglio 2016. Scendono soprattutto gli omicidi (398, di cui 49 attribuibili alla criminalità organizzata), che fanno registrare una diminuzione del 11,3%; e sono in contrazione anche rapine (32.192, cioè -10,6%) e furti (1.346.501, -9,2%). I FEMMINICIDI: sono stati 138, cioè il 32,91% del totale degli omicidi: la quasi totalità sono stati commessi dal partner (92,59%) o dall”ex (88,23%) o da un altro familiare (51,56%). Mentre le denunce per stalking sfiorano quota 10 mila (9.875).
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA – Oltre agli arresti, nel periodo preso in considerazione dal Viminale sono stati catturati 64 latitanti di rilievo, di cui 10 ritenuti di massima pericolosità. Sono stati sequestrati beni per 1.878 milioni di euro, mentre è stato pari a 1.916 mln il valore di quelli confiscati. In particolare alla mafia sono stati sequestrati 6.865 beni pari a 1.651 milioni di euro.
Ma Alfano si è soffermato soprattutto sui temi, attuali, del terrorismo e della sicurezza nelle città.
Terrorismo. L’azione di intelligence funziona, il ministro ha reso noto i dati contenuti nel rapporto annuale del ministero dell’Interno: dal primo gennaio 2015 sono 85 gli estremisti arrestati per terrorismo di matrice religiosa e 109 le espulsioni per motivi di sicurezza delle quali 9 riguardano gli Imam. 110 i foreign fighter monitorati, dei quali 32 morti e 17 rientrati in Europa. Sono 406.338 i contenuti web controllati e 527 oscurati dalla polizia. 164.160 le persone controllate, 35022 i veicoli, 349 le motonavi. E ha denunciato il rischio nelle carceri, ove è grave il pericolo di radicalizzazioni, ma si sta operando per contrastarlo efficacemente.
Quanto alla sorveglianza nelle città Alfano ha annunciato che chiederà al presidente del Consiglio di porre il ddl sulla sicurezza delle città “tra i primi provvedimenti da assumere alla ripresa” dopo la pausa estiva. Come noto si tratta del provvedimento che conferisce maggiori poteri e autonomia ai sindaci in materia di sicurezza urbana, e vedremo come i primi cittadini sapranno sbrogliarsela una volta investiti in prima persona, senza l’ombrello dei prefetti, di una questione così delicata nei tempi che viviamo.
Immigrazione: In un anno, dal 1 agosto 2015 al 31 luglio 2016 sono sbarcati sulle nostre coste 154.047 migranti, accolti e smistati nei vari centri in Italia: Nel quadro della lotta allo sfruttamento dell’immigrazione sono stati arrestati 793 scafisti. Nello stesso periodo sono state esaminate dalle apposite Commissioni 94.027 domande di protezione internazionale, delle quali 60.365 (la stragrande maggioranza) sono state respinte, mentre per 33.625 è stata riconosciuta una forma di protezione, per 4.410 lo status di rifugiato, per 11.049 la protezione sussidiaria, 18.166 sono state accolte per motivi umanitari, con altri esiti 37.
La situazione dell’accoglienza nelle regioni è quella risultante dallo specchietto soprastante. Al 31 luglio si annoverano 139.724 presenze, con la Lombardia che accoglie il 13%, la Sicilia il 10%, il Veneto l’8%, le altre principali regioni, fra cui la Toscana il 7%.