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Immigrazione: accordo con la Libia per frenare gli arrivi, ma la situazione è ancora ai limiti dell’emergenza

profughi1Un piccolo passo avanti nella prospettiva di limitare l’afflusso incontenibile di migranti dalla coste libiche sembra sia stato fatto. In passato solo il governo Berlusconi aveva trovato un’intesa con Gheddafi per limitare gli arrivi dall’altra parte del Mediterraneo. Adesso anche l’attuale esecutivo sta trattando faticosamente con la nuova dirigenza installatasi in Libia e riconosciuta dagli organismi internazionali per venire a capo del problema. Consapevole che solo in questo modo, con accordi realizzati con i paesi di provenienza dei migranti, si riuscirà a governare il fenomeno, considerata l’inettitudine delle istituzioni europee e mondiali.

L’accordo tra Italia e Libia sui migranti è stato realizzato in particolare in chiave anti scafisti: si lavorerà insieme con una sala operativa comune. Nonostante le incertezze che ancora permangono in merito alla situazione libica, i due paesi hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per fermare, o almeno contrastare e ridurre, l’immigrazione clandestina.

PALAZZO CHIGI E FARNESINA – Il comunicato di Palazzo Chigi che annuncia questa svolta recita così: «Il Governo di accordo nazionale libico e il Governo italiano, nell’ambito della collaborazione per il contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina, a fronte del recente aumento del flusso dei migranti verso l’Europa, litalia in particolare, hanno concordato urgenti misure anche per ridurre il rischio di nuove tragedie umanitarie. Al riguardo, è stata valutata una serie di diversificate iniziative da porre in essere attraverso l’istituzione di una Commissione interministeriale e di una sala Operativa congiunta, volte a controllare e ridurre efficacemente il fenomeno».

La necessità di provvedere con urgenza a estendere sempre di più accordi internazionali è giustificata del resto dall’esigenza di far fronte a arrivi sempre più numerosi e di contrastare la criminalità che sfrutta i migranti e si arricchisce alle loro spalle.

SBARCHI – Intanto in Italia gli arrivi di migranti continuano senza sosta, con gli hotspot e i centri di accoglienza sempre più sotto pressione, mentre crescono i timori per un nuovo picco a settembre. Nel porto di Augusta un pattugliatore della Marina militare ha sbarcato ieri 600 migranti. Nello scalo di Cagliari è approdata una nave della Guardia costiera con 931 profughi, tra questi anche tre vittime, forse morte schiacciate. Per domani una nave umanitaria è attesa a Corigliano Calabro, con 800 migranti.

SCAFISTI – Di pari passo proseguono le indagini delle forze dell’ordine che hanno portato al fermo di sei presunti scafisti: quattro per lo sbarco di 493 migranti di giovedì a Pozzallo, e due per quello di 273 di giovedì a Catania. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati stima che nell’ultimo anno, prendendo come data il 2 settembre 2015, giorno del ritrovamento del piccolo Aylan Kurdi, scoperto senza vita sulla spiaggia turca di Bodrum, siano 4.176 le persone disperse o annegate nel Mare nostrum. In media 11 migranti hanno perso la vita ogni giorno, negli ultimi dodici mesi. Dall’inizio del 2016 una persona ogni 42 che ha tentato la traversata dal Nord Africa verso l’Italia ha perso la vita, rispetto al dato di 1 ogni 52 dello scorso anno.

Oltre che governare questa tragica situazione dobbiamo fare i conti anche con il terrore seminato dall’Isis che seppur fiaccato in Siria, Iraq e nella stessa Libia prova a rincuorare i suoi combattenti con i soliti deliranti videomessaggi sul web. Nell’ultimo compare un kamikaze che prima di compiere l’operazione suicida si rivolge ai combattenti in Iraq e Siria e augura loro la «vittoria». «Cè la crisi, ma dopo la crisi realizzerete la vostra preghiera a Roma come ha promesso il profeta – dice il terrorista -. Non preoccupatevi dell’unità dei crociati e dei tiranni arabi contro di voi, dio ci darà la vittoria, siamo una nazione unita e imporremo la sharia in tutto il mondo».

Una situazione, come si vede, drammaticamente complessa e in rapida evoluzione, che richiede uno sforzo rilevante da parte del Governo italiano, che sembra però distratto da problemi interni alla maggioranza, dai temi del referendum e, giustamente, dall’esigenza di impostare una concreta opera di ricostruzione delle zone terremotate. ma purtroppo l’invasione dei migranti continua, nonostante la presenza di questi altri importanti problemi, ancora irrisolti nel nostro paese.

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