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Banca Etruria La Protesta Dei Risparmiatori A9138ade

Banca Etruria: partono i primi 20 rimborsi. Le associazioni dei consumatori, è una truffa

Banche: Etruria; funerale del risparmio in paese Renzi

ROMA – Al via i primi rimborsi all’80% per i risparmiatori che hanno visto azzerati i loro bond subordinati con il salvataggio delle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. Ma le associazioni dei consumatori insorgono parlando di “elemosina”, di “beffa” e denunciando la mancanza di un decreto attuativo per permettere ai risparmiatori di ricorrere all’arbitrato. Sul fronte delle good bank invece, tempi ancora lunghi per la cessione e per la formalizzazione di un’offerta concreta.

Intanto le prime 20 pratiche di rimborsi liquidate hanno interessato nella maggior parte dei casi piccolissimi risparmiatori di Banca Etruria, che – ha spiegato Salvatore Paterna, vice direttore generale Fitd – partivano da un investimento medio iniziale non superiore a 20mila euro. Le domande arrivate finora al Fondo sono salite in pochi giorni da 600 a quasi 800. “Il rimborso è stato per tutti di circa l’80%” secondo i criteri dettati dalla legge calcolato da un algoritmo validato da una società esterna al Fitd: “Per fare un esempio, 5mila euro diventano 4mila”, ha spiegato Paterna.

CONSUMATORI – Per le associazioni dei consumatori si tratta però “di una vera e propria discriminazione e di una presa in giro per i risparmiatori”, come tuona il presidente del Codacons Carlo Rienzi. “I rimborsi saranno infatti parziali, pari all’80% degli investimenti, e potranno beneficiarne in pochi, ossia solo coloro che hanno reddito o patrimonio immobiliare basso. Rincarano la dose Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori: “i criteri capestro fissati dal governo restringeranno la platea dei correntisti, indotti dai cattivi consigli delle banche a vendere i Btp per acquistare bond subordinati, a circa 4.000 famiglie, che potranno riavere l’80% dei loro investimenti azzerati dopo il salvataggio delle 4 banche”, sostengono. E per Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, “è una vergogna che il governo non abbia ancora emanato il decreto attuativo sulla procedura per ricorrere all’arbitrato”.

Per quanto riguarda le good bank il nodo da sciogliere rimane quello dei crediti inesigibili con i tre istituti italiani potenzialmente interessati, Ubi, Bper e Popolare Bari, ancora lontani da formalizzare un’offerta. Così, secondo quanto riferiscono diverse fonti, Ubi non dovrebbe affrontare il tema nel consiglio di gestione previsto per martedì mentre la Popolare di Bari è ancora impegnata nella due diligence della Carichieti e la Bper ha mostrato solo un limitato interesse per Etruria ponendo però diverse condizioni e paletti.

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