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Economia, Def: Bankitalia e ufficio parlamentare del bilancio, il governo ha truccato i conti

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ROMA – «Nello scenario programmatico per il 2017, la dinamica del prodotto è significativamente maggiore di quella del quadro tendenziale. L’obiettivo è ambizioso». Lo afferma il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione sul Def. «Per conseguire il risultato la prossima legge di bilancio dovrà essere definita con grande cura». Le previsioni del governo fissano un Pil programmatico al +1% ne 2017 contro un +0,6% di Pil tendenziale. Secondo Bankitalia, per sostenere la crescita sarebbe «opportuno concentrare l’attenzione sulle misure che possono favorire una rapida ripresa degli investimenti, sia privati che pubblici. Per questi ultimi in particolare – prosegue Signorini – occorre assicurare non solo lo stanziamento di risorse, ma anche presidi per un efficiente e tempestivo loro utilizzo». Dall’avvio della ripresa nel 2014, ha osservato ancora il vicedirettore, «gli investimenti sono stati meno dinamici sia rispetto agli altri Paesi dell’area Euro sia rispetto a quello che normalmente si osserva nelle fasi di uscita da una recessione».

SENATO – Ma le critiche più gravi arrivano dalll’Ufficio parlamentare di bilancio, l’autorità indipendente che certifica in Italia i conti pubblici, è garante verso Bruxelles della loro correttezza, e che li contesta alla radice. Un regolamento europeo del 2013 richiede che le previsioni macroeconomiche su cui si basa il “programma di stabilità” del governo siano validate dall’Upb. E perl’Upb “non è possibile procedere a una validazione positiva” del quadro programmatico del 2017 per “un eccessivo ottimismo delle previsioni ufficiali per il 2017”, ha detto ieri in un’audizione in Parlamento il presidente, Giuseppe Pisauro. È la prima volta che succede.

Gli esperti parlamentari osservano in particolare che nel 2016 l’Italia ha già beneficiato di tutta la flessibilità concessa dalle regole – 0,75 punti di Pil -e ha preso alcuni impegni che non ha mantenuto: “Trai principali provvedimenti non ancora approvati, ma previsti nella richiesta di flessibilità alla Commissione europea, occorre ricordare quelli relativi alla concorrenza (ddl annuale sulla concorrenza 2015 e ddl 2016), alla giustizia penale (durata ragionevole dei processi, riforma della prescrizione), alla giustizia civile (rafforzamento delle competenze del Tribunale delle imprese, revisione del rito civile)”. Difficile quindi che venga dato il via libera a una richiesta di ulteriore deficit di cui non si trova alcuna base normativa.

Adesso il governo ha due strade: o presentarsi alla Commissione europea con cifre giudicate come non attendibili, o rifare i conti e aggiornare l’aggiornamento del Documento di economia e finanza. Matteo Renzi promette che la manovra sarà pronta la prossima settimana. Chissà con quali numeri


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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