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Referendum, Firenze: si preparano vivaci contestazioni alla Leopolda il 3 e 4 novembre

Renzi, Leopolda non è un partito ma spazio libertà

ROMA – Si preparano nuove contestazioni in vista della prossima Leopolda, prevista a Firenze dal 4 al 6 novembre, tema centrale il referendum costituzionale del 4 dicembre. L’anno scorso si erano presentati a contestare gli investitori ‘traditi’ dal decreto salva-banche, due anni fa c’era la contestazione contro il Jobs Act, quest’anno invece la kermesse renziana dovrebbe essere ‘disturbata’ dalla parte più dura del comitato del no, quella più movimentista.

La decisione è scaturita nel corso di un’assemblea alla Sapienza di Roma dove si è deciso di “costruire un grande corteo a Roma domenica 27 novembre con l’obiettivo di catalizzare la diffusa ostilità nei confronti del governo Renzi e delle sue politiche nelle giornate immediatamente a ridosso del voto”.

Nel comunicato finale emesso al termine dei lavori si afferma che è necessario: “Portare la voce di chi dice no all’annuale appuntamento della Leopolda, la Leopolda per il Sì di novembre, passerella e vetrina di Renzi e del governo verso il voto”. Il documento è stato diffuso sui siti dell’ala più radicale dei movimenti sociali, dai No tav della Val di Susa ai movimenti di lotta per la casa a Roma, mentre sui social è già partito l’hashtag #CèChiDiceNO, insieme a #CacciamoRenzi e #CacciamoilPd.

Anche il sindacalismo di base ha proclamato, come noto, uno sciopero generale per il 21 ottobre, mentre mobilitazioni territoriali per il no al referendum costituzionale sono previste per il 29 ottobre, quando a Roma invece si svolgerà la manifestazione voluta da Matteo Renzi sull’Europa in piazza del Popolo. Dunque, il referendum costituzionale agiterà le piazze, oltre che i dibattiti in tv. Si preannuncia un autunno davvero ‘caldo’, ma non si può dire che Renzi non l’abbia voluto con le sue continue dichiarazioni enfatiche e con l’attuale campagna del Si che prende gli italiani per imbecilli, pronosticando le peggiori sciagure in caso di vittoria del No. La sciagura è invece temuta dalla casta che fa capo a Renzi, che nelle riforme vede un mezzo per accrescere il suo potere e non per migliorare l’Italia. Battiamoci perché ciò non accada.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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