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Migranti, Calais: continua lo sgombero della giungla, ma ci vorrà almeno una settimana

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CALAIS – Mentre noi accogliamo e il Governatore Rossi auspica nuovi arrivi in toscana, dove l’accoglienza diffusa sta facendo miracoli, in Francia continuano le evacuazioni dei migranti, non sistemati in alberghi atre o quattro stelle come in Italia, ma nella cosiddetta Giungla di Calais. Che il governo ha cominciato a svuotare ieri, quando 2.318 persone hanno lasciato la bidonville del Nord della Francia. Sempre numerose le forze dell’ordine mobilitate per controllare le partenze mentre le autorità hanno preferito ritardare l’inizio delle operazioni di demolizione, originariamente previste per questa mattina, degli alloggi di fortuna disseminati sull’intero campo. Nei primi due giorni di operazioni di evacuazione sono stati messi in sicurezza 4.014 migranti, secondo il ministero degli Interni francese. Nella giornata di martedì, per la precisione, sono state allontanate 1.636 persone: 1.264 adulti a bordo di 33 bus hanno raggiunto 55 centri di accoglienza in 9 regioni della Francia.

Da 6.400 a 8.100 fra uomini, donne e bambini, originari soprattutto di Afghanistan, Sudan ed Eritrea vivevano sul terreno melmoso del campo sognando di riuscire a raggiungere l’Inghilterra. Ieri, primo giorno dell’operazione di evacuazione, più di 1.900 adulti, prevalentemente sudanesi, sono stati trasferiti in diversi centri di accoglienza e orientamento (Cao) dove potranno presentare le richieste d’asilo. Inoltre, 400 minori sono stati trasferiti in un Centro d’accoglienza provvisorio (Cap), una struttura in muratura situata sul campo di Calais, nell’attesa che vengano completate le operazioni di verifica da parte delle autorità britanniche che devono accertare se hanno legami familiari nel Regno Unito. In 200 già sono stati trasferiti nel corso degli ultimi giorni. Le operazioni di sgombero e di demolizione dovrebbero essere concluse nel corso della settimana. Molti degli sgomberati probabilmente si dirigeranno in Italia, dove pensano di essere accolti a braccia aperte. Ma la rivolta delle popolazioni di Goro e Gorino nel ferrarese dovrebbe mettere sull’avviso le nostre Autorità, la situazione è arrivata davvero al limite.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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