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Lavoro: Boeri attacca il governo, la sua azione non è credibile

boeri poletti

ROMA – Subito dopo aver preso possesso della poltrona più importante dell’Inps il bocconiano prof. Tito Boeri, oltre a cercare di rovinare in ogni modo l’esistenza dei pensionati cd. d’oro, ha mostrato velleità da uomo politico, esternando su temi che esulavano dalla sua stretta competenza di tecnico e, più di recente, passando all’attacco del governo, di cui lui dovrebbe essere fedele espressione, essendo uomo di fiducia del premier Renzi. E deve stare all’erta perché il rottamatore è portato a distruggere chi tradisce la sua fiducia, come accadeva in tempi remoti, rimpianti da pochi.

GOVERNO – Dopo aver letto le anticipazioni sulla legge di stabilità in particolare quelle su lavoro e pensioni, l’ineffabile presidente ha tuonato, prendendosela col ministro Poletti: «Mi sembra che gli impegni del governo non siano tanto credibili. Speriamo che nella seconda fase del confronto con i sindacati, il prossimo anno, si possa mettere in campo una strategia coerente. Bisogna vedere se il governo avrà la forza per farlo».

ESODATI – Dopo lo scontro sulle poche misure della manovra per i giovani continua dunque il match a distanza con il ministro del welfare. Boeri ha fatto l’esempio degli interventi di salvaguardia per gli esodati: «Ci avevano detto che il settimo sarebbe stato l’ultimo, invece c’è stato l’ottavo e ho già il tam tam del nono». Sentendo aria di burrasca ha poi rettificato in parte: «Mai detto e mai pensato che gli impegni del governo sono poco credibili. Mi sono espresso unicamente sul tema delle salvaguardie.» Facciamo finta di crederci.

REAZIONE – Immediata la reazione, giusta, della Rete dei Comitati degli esodati che si sono sentiti becchi e bastonati. «Per la terza volta nell’ultimo anno il presidente dell’Inps Boeri spara sulla Croce Rossa degli Esodati dimostrando di soffrire di una nuova malattia: l’esodatite. Per la terza volta rilascia fuorvianti, illegittime e disinformanti dichiarazioni alla stampa sulla emergenza sociale degli esodati nonostante l’Istituto che presiede abbia oggettive e gravi responsabilità, che nessuno vuole perseguire come si dovrebbe, nella mancata soluzione del dramma degli esodati».

PENSIONI – Ma in precedenza aveva nuovamente avvertito il governo, questa volta su un tema di sua competenza, quello delle pensioni e in particolare della 14ma: «con gli interventi sulla quattordicesima, sui lavoratori precoci e la sperimentazione sull’Ape social il debito pensionistico potrebbe aumentare di circa 20 miliardi». Come dire, già il bilancio dell’Inps è disastrato, ci mancavano anche queste nuove misure, smaccatamente diretta a ottenere consensi in vista del referendum, per peggiorare la situazione.

Finora non si registrano reazioni governative, troppo occupati Renzi e i suoi ministri nella campagna per il Sì e nell’organizzazione dell’importante raduno di Roma (disertato dalla minoranza dem), ma dopo le consultazioni referendarie del 4 dicembre forse il governo dovrà esaminare l’opportunità di conservare ancora questa mina vagante al timone di uno dei settori più importanti e discussi sul piano politico ed economico.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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