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Roma: Piazza del Popolo, in 50.000 per il Sì, ma Renzi non riunisce il Pd. Diserta la minoranza dem, ad eccezione di Cuperlo

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ROMA – Ci sono i giovani e gli anziani, i renziani a tutti i costi e quelli più critici, quelli che hanno militato nel PCI e chi comunista non lo è mai stato. Ci sono i palloncini tricolore ma poi, tra un selfie e l”altro (compreso quello di Cuperlo con la Boschi), si canta Bella Ciao, perché le radici sono di tutti. Spunta anche un fazzoletto dell’Anpi quasi scaramantico. Oggi la piazza è del popolo commenta un giovane dem richiamando uno dei tanti slogan della maxi kermesse del Si a piazza del Popolo mentre poco più indietro passa alle sue spalle l’attrice Claudia Gerini.

Pd si raduna dunque in piazza del Popolo a favore del Sì al Referendum. Il premier segretario Matteo Renzi è salito sul palco alle 17 sulle note di O sole mio: «Il nostro destino non è litigare al nostro interno ma cambiare l’Italia. E farlo adesso», ha detto. Alla Manifestazione – erano presenti 50mila militanti secondo gli organizzatori – anche Gianni Cuperlo della minoranza dem: «La via del dialogo è stretta, ma fino alla fine spero in un accordo con i vertici». I manifestanti lo hanno incoraggiato: «Restiamo uniti». Ma la spaccatura con la minoranza dem sembra ormai inevitabile.

Con la manifestazione di oggi, a metà tra happening musicale e raduno di partito, Matteo Renzi ha alzato il sipario sul rush finale della campagna referendaria, determinato a giocarla tutta all’attacco per convincere quanti più indecisi possibili. La battaglia ormai, per il premier, è tra futuro e conservazione, incarnata dalla vecchia guardia schierata per il No, da Berlusconi a D’Alema. Anche dentro il Pd il leader dem non ha più intenzione di mediare: la minoranza ormai viene data per persa, la rottura, è convinzione diffusa, avverrà la prossima settimana a ridosso della Leopolda.

Durante l’intervento di Renzi il nome di D’Alema sarà fischiato dalla folla. Lungo i margini della piazza i gazebo di partito, gli striscioni dei democrat romani, quello di Rignano sull’Arno, quello enorme del Pd Milano. Milanese il circolo ‘Enzo Biagi: ‘Con il sì migliora la Costituzione e si elimina la burocrazia sfruttata dagli affaristi a danno dei cittadini onesti’ recita il loro striscione. Mentre arrivano le delegazioni da Vibo Valentia, dal Piemonte, dalla Sicilia, dalla ciociara Boville, sul palco si susseguono gli interventi, le testimonianze della società civile, degli amministratori, le esibizioni musicali.

Ma le distanze, come detto, sono ormai irrecuperabili: a metà della prossima settimana dovrebbe svolgersi la riunione decisiva del comitato sull”Italicum. Il segretario non ha alcuna intenzione di impegnarsi con un ddl nè di mettere in discussione il ballottaggio. E men che meno i bersaniani sono disposti a credere a promesse generiche. Prima del referendum e della decisione della Consulta non è serio vincolarsi a qualsiasi modifica, è la linea dei dirigenti. Per Renzi se rottura nel Pd deve essere meglio avvenga subito, ad un mese dal referendum, che non alla vigilia del voto quando non ci sarebbe più tempo per arginare eventuali cali di consenso.

Piazza del Popolo canta Bella Ciao. La folla ha intonato in coro il canto partigiano, proposto dal palco da un gruppo femminile che ha riproposto le canzoni della tradizione della lotta operaia. Uno sventolio di bandiere e un grande applauso hanno salutato la fine dell’esibizione.

«È stata la bellissima festa di un popolo che non urla, che non insulta. Fare politica significa proporre, non dire solo No #sivainpiazza». Così Renzi, su Twitter, ha infine commentato la manifestazione.

Sono stati oltre quattromila i toscani in piazza del Popolo. Lo rende noto con un comunicato il Pd della Toscana. Dalla regione partiti questa mattina 60 bus e un treno speciale con a bordo, insieme a 600 militanti, il ministro Maria Elena Boschi. Dario Parrini, segretario regionale, è soddisfatto: «Il Pd della Toscana anche questa volta ha dimostrato di essere una grande comunita’ di persone che dedicano il loro tempo a una causa comune in cui crediamo, quella per un partito riformista che ha iniziato a cambiare davvero le cose. E la riforma costituzionale che a dicembre passerà al vaglio dei cittadini ne è l’esempio principale».

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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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