Jovetic, l’addio non sarà rimpianto
L’intervista rilasciata oggi 9 giugno da Stevan Jovetic alla Gazzetta dello Sport con cui dava l’addio a Firenze non era autorizzata dalla Fiorentina e quindi la società multerà il giocatore, fino a prova contaria ancora tesserato per il club viola. Di più: al di là della forma, neppure il contenuto è piaciuto per niente alla famiglia Della Valle, che non ha nessuna intenzione di agevolare le richieste del montenegrino.
Al tempo stesso il patròn Andrea vuole mantenere la parola data lo scorso anno al giocatore a Moena e quindi non si opporrà alla sua partenza e non gli vieterà di andare alla Juventus. Che, leggendo tra le righe delle parole pronunciate da Jovetic alla Gazzetta, è di gran lunga la sua destinazione preferita se non l’unica davvero gradita.
Ma c’è un però. I proprietari del club viola non ha nessuna voglia di fare un regalo d’addio a Jo Jo e quindi non abbasseranno le loro pretese economiche come di fatto il giocatore ha mandato a dire ad Adv attraverso la stampa. Per prenderlo, servono 30 milioni cash: i Della Valle non hanno intenzione di accettare contropartite tecniche.
Dire però che non è cambiato nulla rispetto ai giorni scorsi non sarebbe realistico perché le parole di Jovetic hanno comunque lasciato il segno nei tifosi. Che già non si strappavano i capelli pensando a un suo addio, figuriamoci adesso che l’attaccante ha sì speso tante belle parole per i fiorentini, ma – di fatto – ha detto a tutti che la Fiorentina ormai gli sta stretta.
Pensare di riproporlo alla gente non avrebbe senso, tanto più che Montella non vuole giocatori scontenti nella squadra che il prossimo anno darà l’assalto all’Europa. La soluzione migliore per tutti, quindi, a questo punto è che Jovetic cambi aria.E sarà bene che si metta in testa che se dall’estero arriveranno con un pacco di soldi, la Fiorentina non ci penserà nemmeno a intavolare una trattativa con la poco amata – eufemismo dopo il caso Berbatov – dirigenza della Juve.
Un bilancio di questi cinque anni di Jo Jo alla Fiorentina è comunque quanto mai positivo, sia per il club che per il giocatore, arrivato in Italia quando di fatto era poco più di un bambino nonostante avesse già indossato la fascia da capitano del Partizan Belgrado. Chi lo ha visto giocare praticamente ogni partita ricorda comunque prestazioni mostruose come la magica serata in Champions con il Liverpool. Ma anche diversi periodi grigi come gli ultimi mesi quando le malelingue dicevano che avesse già la testa altrove.
Quella della soglia del dolore basso è invece poco più di una leggenda metropolitana perché Jovetic a Firenze ha conosciuto un infortunio tremendo – a San Piero a Sieve nel 2010 il ginocchio gli andò letteralmente in frantumi – eppure ha saputo rialzarsi e nonostante una conclamata fragilità muscolare che lo ha portato a fermarsi anche nella partita di due giorni fa con il Montenegro, alla Fiorentina ha collezionato 116 presenze: tutt’altro che poche in 4 stagioni.
Dal punto di vista tecnico, invece, è vero che non è un campione ma un ottimo attaccante, ma esagera chi ora dice con la sua partenza la Fiorentina non perde nulla «perchè anche Ljajic è più forte». Fermo restando che se riuscirà ad approdare davvero alla Juventus dovrà lottare non poco per avere il posto da titolare e lasciando perdere Baggio tirato in ballo proprio da Jovetic nella «famigerata» intervista.
Oltre al fatto che lui al club bianconero non voleva andarci in nessuna maniera, Roby in campo era tutta un’altra cosa. E anche se tuttora ha notevoli margini di miglioramento, ben difficilmente Jovetic raggiungerà quei livelli semplicemente perché madre natura gli ha dato mezzi che dal punto di vista tecnico non si avvicinano minimamente a quelli del «Divin Codino».