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Renzi: riparto dai miei errori, per le riforme serviva più cuore e meno slide. Al Nazareno ci sarà da divertirsi

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ROMA – L’ex premier Matteo Renzi torna in campo e, in una lunghissima intervista a Repubblica, parla del passato e del futuro a tutto orizzonte. Riconosce gli errori passati, si ripromette di rimediare, lancia progetti per il partito e per il Paese. In questo periodo Renzi ha riflettuto sui suoi anni di governo, che non rinnega, dei quali tiene a sottolineare tutti i fattori positivi, ma è significativa a tal proposito una frase relativa alle riforme: «Ho fatto tante riforme senza capire che serviva più cuore e meno slide».

Una buona parte delle sue dichiarazioni sono rivolte alla riorganizzazione del partito e alle prospettive politiche del paese, con crtitiche a Grillo e al M5S. Nel Pd «adesso c’è da fare. Lanceremo una nuova classe dirigente, gireremo in lungo e largo l’Italia, scriveremo il programma dei prossimi cinque anni in modo originale. Siamo ammaccati dal referendum ma siamo una comunità piena di idee e di gente che va liberata dai vincoli delle correnti. Ci sarà da divertirsi nei prossimi mesi dalle parti del Nazareno».

E aggiunge: «Credo nel Pd, lo rilanceremo con facce nuove e valori forti. Non ho fretta di votare – aggiunge – ma evitiamo un bis del 2013. Continuo a pensare – dice Renzi sulla legge elettorale – che il ballottaggio sia il modo migliore di evitare inciuci. Se la Consulta lo boccerà, c’è il Mattarellum. Con il proporzionale si torna alla Dc». Sugli istituti di credito l’ex premier rivendica: «abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, l’errore l’ha fatto Monti sulla bad bank. Il caso di Boschi padre ci è costato molto. Dissi che Mps era un affare? C’erano le condizioni». Sul cosiddetto Giglio magico, Renzi nega favoritismi: «Mai scelto le persone in base alla fedeltà. L’inchiesta su Luca Lotti? sono sicuro di lui, bene le indagini ma i pm facciano in fretta. La mia linea è sempre una sola: si vada a sentenza. Noi chiediamo ai giudici di fare presto, sempre, ovviamente non ho alcun dubbio sulla totale correttezza dei carabinieri e dei membri del governo in questa vicenda». Renzi parla anche dei Cinque stelle e del leader Beppe Grillo: «Lui vince se denuncia il male. Non se prova a cambiare. Quei ragazzi sono già divisi, si odiano tra gruppi dirigenti, fanno carte e firme false per farsi la guerra. Ma sono un algoritmo, non un partito. Lui è il Capo di un sistema che ripete ai seguaci solo quello che vogliono sentirsi dire, raccogliendo la schiuma dell’onda del web. Dovremmo fare una colletta per liberare la Raggi e i parlamentari europei dalle orrende manette incostituzionali che multano l’infedeltà al partito, ogni ribellione o autonomia. Ma quelli che vedevano la deriva autoritaria nella riforma costituzionale, su questo tacciono».


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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