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Debito pubblico: Renzi ci ha lasciato 2.617 euro a testa, più di tutti i suoi predecessori

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ROMA – La manovra economica tutta orientata al voto referendario dello scorso 4 dicembre, oltre a non aver premiato Matteo Renzi nelle urne, presenta ora il conto agli italiani, che si ritrovano con 2.167 euro di debito pubblico in più a testa. Lo ha calcolato l’agenzia americana Bloomberg, secondo cui il governo Renzi in 1000 giorni ha alzato l’asticella del debito pubblico ben più di quanto avessero fatto Prodi, Berlusconi, Monti e Letta.
«Nonostante la promessa di tagliarlo per le generazioni future – si legge nell’analisi di Bloomberg – il governo Renzi ha alzato il debito pubblico da 2.110 miliardi a 2.230 miliardi, quindi 2.617 euro a persona». La crescita a livello pro capite nel triennio è stata dunque del 7,6%. Dato che, nota l’agenzia, posiziona Renzi al primo posto per innalzamento del debito pubblico davanti agli illustri predecessori di cui sopra.
Il governo Berlusconi, con i suoi 42 mesi di durata, fece crescere il debito del 7% pro capite, mentre nel breve interregno di Enrico Letta aumentò dello 0,9%. Aumento del 5,5% durante il governo tecnico presieduto da Mario Monti, la cui stangata fiscale finì peraltro per dare una mano au suoi successori. Dall’analisi di Bloomberg, risulta che solo il governo Prodi fu in grado di far calare il debito pubblico italiano del 2,1% fra il 2006 ed il 2008.

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