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Usa: Trump stringe sul controllo degli immigrati, pronto il nuovo bando

WASHINGTON – La sicurezza è un diritto civile, e ci batteremo per rendere l’America di nuovo sicura. Donald Trump difende il bando degli arrivi da sette paesi a maggioranza musulmana e critica la decisione della Corte d”appello di sospenderlo. Ma rilancia: «Non molleremo, a giorni arriverà una nuova misura». Il presidente americano si spinge anche oltre, affermando di voler costruire safe zone in Siria per ospitare la popolazione fino a che il caso nelle loro città non sarà risolto. A pagarle saranno i paesi del Golfo, ai quali i soldi non mancano.
Il bando-bis allo studio sarà più preciso e conciso per evitare nuovi intoppi e problemi giudiziari. La misura, secondo indiscrezioni, riguarda i sette paesi del precedente decreto, ma assicura che non ci siano blocchi per chi è in viaggio verso gli Usa quando il decreto entrerà in vigore e dovrebbe escludere dalla stretta i possessori della carta verde. Non è ancora chiaro se il provvedimento include anche il bando indefinito ai rifugiati siriani.

Intanto il segretario alla Sicurezza nazionale, John Kelly, prepara la battaglia contro gli immigrati illegali e punta a rafforzare la polizia per svolgere al meglio il proprio compito. Con delle linee guida, Kelly indica la strada da seguire: assumere migliaia di agenti, accelerare le udienze per le deportazioni e chiedere alle autorità locali aiuto per arresti più facili. Lo riporta il Washington Post, citando alcune bozze circolate al Dipartimento per la Sicurezza nazionale.
Le linee guida sostituiscono quasi tutte le misure dell’amministrazione Obama, incluse quelle per concentrare le deportazioni solo sui criminali e su coloro con legami con il terrorismo. L”aumento dell’«immigrazione al confine meridionale ha creato una significativa debolezza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti», afferma Kelly nei documenti, che non includono misure per attivare la Guardia Nazionale. Le nuove procedure consentono alle autorità di accelerare le deportazioni, attualmente limitate agli immigrati senza documenti nel paese da due settimane o meno, estendendole a chi è nel paese da due anni.
Kelly punta anche a limitare gli arrivi di minori non accompagnati dal Messico e dall’America centrale: i genitori negli Stati Uniti potranno essere perseguiti legalmente se venisse accertato che hanno pagato per far attraversare il confine ai figli. Resta però in vigore un’importante direttiva dell’era Obama, il programma «Deferred Action for Childhood Arrivals», che ha concesso permessi di lavoro a 750.000 immigrati che sono entrati nel paese illegalmente da bambini.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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